F1 | FIA o organizzatori: chi è il responsabile dei tombini ammazza-Ferrari?

La F1 affronta un nuovo scandalo tombini, dopo il caso di Las Vegas, con FIA ed organizzatori a dividersi le colpe del misfatto.

I test del Bahrain hanno dato via ad un nuovo scandalo tombini in F1, di cui FIA ed organizzatori sono, forse, ugualmente responsabili. Sia nella seconda che nella terza giornata, una griglia del sistema di drenaggio del tracciato si è sollevata, in Curva 11. Vittima principale ne è stata ancora una volta una Ferrari, proprio come a Las Vegas, questa volta guidata da Charles Leclerc.

F1 Test Bahrain tombini FIA
Operai e commissari al lavoro in Curva 11 – @Getty

Galeotto fu il tombino – Jacopo Moretti

Un tombino. Di nuovo. Come a Las Vegas. Con l’aggravante che questa volta l’episodio è duplice, con due griglie che si sono distaccate dal cordolo di curva 11 prendendo la via della pista e, in un caso, del fondo della SF-24 di Leclerc. La polemica è servita. Contro la FIA, sicuramente, ma non bisogna dimenticare anche chi, questo GP, lo organizza.

Per capire meglio le dinamiche coinvolte, occorre fare un passo indietro. Abu Dhabi 2023: Carlos Sainz impatta contro le barriere ad oltre 200 km/h nel corso delle FP2. “Un dosso mi ha sorpreso”, si difende lo spagnolo. “Errore del pilota”, replicano i più. Eppure, nel pieno della notte emiratina, il nostro inviato scorge alcuni operai che, complice il buio, cercano in gran segreto di riparare le irregolarità nell’asfalto. Dal Media Centre chiedono di non pubblicare alcunché.

Gli organizzatori sanno che qualsiasi episodio simile, specie se in grado di mettere in pericolo la vita dei piloti, rischia di compromettere la presenza in calendario per gli anni a venire. Come è possibile che in Bahrain, dove le risorse, di qualsiasi genere, non mancano, si siano fatti beffare da delle griglie?

Inesperienza, penserete. Probabile. Ciò non toglie che sulle rive del Golfo Persico si corre dal 2004 e l’episodio è gravissimo.

Ma con la FIA, si sa, il concorso di colpa è dietro l’angolo. O dietro il cordolo, se preferite, dato che in curva 11 gli steward ben avrebbero potuto (e dovuto) controllare la solidità delle griglie di scolo dell’acqua. A che serve una passeggiata unita a qualche passaggio con la Safety Car? A ben poco.

In un’era in cui la Federazione si è spinta ad utilizzare l’intelligenza artificiale per sanzionare millimetrici track limits, di intelligenza si potrebbe usarne ben altra.

Il membro di un segugio – Antonio Spina

Esistono storie che non esistono. Tombini che non tombinano. Organi di controllo che non controllano. O controllano troppo. O troppo poco. O le cose sbagliate. A Las Vegas si diceva che era un tracciato nuovo, può capitare che un manhole venga risucchiato da un’innocente automobilina rossa (a 300 all’ora). E comunque, suvvia, capita sempre sui cittadini.


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Il Bahrain non è un cittadino. Il Bahrain non è un tracciato nuovo. Ma sfiga ha voluto fosse la stessa innocente automobilina rossa ad avere la peggio (questa volta a un-po’-meno all’ora).

Al di là di qualsivoglia considerazione statistica di sorta, è evidente un problema ci sia. Non è accettabile che la massima competizione automobilistica possa ritrovarsi dei grossi e pesanti pezzi di metallo o cemento in traiettoria con le vetture. Ancor meno accettabile è che la Federazione si sia lasciata scappare l’ennesima disattenzione in pochi mesi, dopo i cordoli del Qatar, il caso Las Vegas e il mistero di Abu Dhabi.

C’è un evidente – evidentissimo – problema procedurale. Il protocollo per valutare l’agibilità dei tracciati deve essere assolutamente rivisto. Non si possono giustificare episodi come quelli dei tombini citando il peso delle monoposto o le forze generate dal loro fondo: se è impossibile eseguire indagini strutturali perché le forze in gioco non sono replicabili fedelmente, allora sono quelle forze a dover essere eliminate.

Ci sono problemi e problemi. Si possono fare i conti in tasca alle squadre per capire quanto di quel budget in catering finisca nel gustosissimo piatto del CFD. Si può attentamente contare quanti millimetri di gomma varchino l’invalicabile confine dei track limits. Ma non si possono effettuare controlli di sicurezza che rimarchino fedelmente le sembianze di un membro di segugio.

Se gli organizzatori falliscono nel fornire un tracciato sicuro, sta alla FIA accorgersene e provvedere. Perché lo spettacolo è bello, bellissimo, ma le cose che contano davvero sono ben altre.

Foto Copertina: @FIA on X

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1 commento su “F1 | FIA o organizzatori: chi è il responsabile dei tombini ammazza-Ferrari?”

  1. Molto bello come articolo, approfondito e, cosa che amo, scritto con la giusta ironia che fa riflettere. Bellissimo!!

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