Formula 1

F1 | Formula 1 e Olimpiadi: un binomio impossibile (o quasi)

La Formula 1 non è tra gli sport che vediamo alle Olimpiadi, eppure il motorsport ne ha fatto parte in passato.

La Formula 1 è in pausa, ma ci pensano le Olimpiadi di Parigi 2024 ad intrattenere gli amanti dello sport. La classe regina non ha mai partecipato ai giochi, e difficilmente la vedremo in un futuro. Eppure, in qualche modo, ci sono stati eventi in cui abbiamo visto il motorsport tra i protagonisti.

Diversi piloti hanno espresso il loro desiderio di vedere la Formula 1 alle Olimpiadi. Tra loro Fernando Alonso, Oscar Piastri e Pierre Gasly, che sarebbero ben disposti di rappresentare i loro rispettivi Paesi al leggendario evento sportivo.

F1 Sprint Race Alonso Sainz Ferrari contatto
Credits: Aston Martin F1

La Formula 1 non è mai stata alle Olimpiadi, ma il motorsport sì

Ogni quattro anni si ripropone la spinosa questione: perché la Formula 1 non può gareggiare alle Olimpiadi? Le competizioni su due e quattro ruote sono escluse dai giochi, ma il motorsport vi ha, in qualche modo, partecipato in passato.

Nel 1900 si è svolta l’edizione dei Giochi Olimpici estivi a Parigi in concomitanza con l’Esposizione Universale. L’occasione permise alla capitale francese di mostrare al mondo i progressi in campo tecnologico. Le case automobilistiche dell’epoca – quali Renault, Peugeot, Delahaye, Serpollet, Panhard-Levassor e Huru – erano desiderose di far vedere cosa avevano realizzato.

Le gare erano divise in 14 categorie, e per la maggior parte si trattavano di test che riguardavano il chilometraggio e l’affidabilità. L’elenco dei partecipanti in ciascuna categoria portava il nome del produttore dell’auto, non quello del pilota.

Credits: Getty Images

Nei giochi di Berlino del 1936, sotto il regime nazista, venne istituito una sorta di Rally Olimpico. L’intento era puramente a scopo politico, ed era mostrare la potenza del motore tedesco (che padroneggiava con Mercedes e Auto Union). L’oro, però, andò all’inglese Betty Haig e allo svizzero Paul Abt.

Il motorsport sparì dal radar dei giochi fino al 2012, quando la FIA venne ufficialmente riconosciuta dal Comitato Olimpico. Le competizioni su quattro ruote sono state quindi incluse ai Giochi Olimpici Giovanili del 2018 a Buenos Aires, Argentina, quando avvenne una gara di e-karting (karting elettrico) come evento dimostrativo. A competere c’erano coppie miste composte da un ragazzo e una ragazza. In quell’anno vinsero gli argentini Maria Garcia Puig e l’attuale pilota di Formula 2 Franco Colapinto.

Nel 2019 nacquero infine i FIA Motorsport Games, una sorta di Olimpiadi del motorsport. Le categorie spaziavano dai kart alle Formula 4, dai rally alle GT. La prima edizione è stata vinta dai russi, la seconda dagli italiani con Andrea Kimi Antonelli, attuale pilota di F2 (e prossimo a debuttare in F1 con Mercedes).

Perché la Formula 1 non è alle Olimpiadi?

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Foto: ferrari.com

Ci sono varie ragioni sul perché la Formula 1 non gareggia alle Olimpiadi (e sarà difficile vederla in futuro). Innanzitutto è un problema di capire quando poter integrare le due cose. Con le gare che si svolgono tutto l’anno, a volte anche per tre weekend di fila, diventa difficile e stressante riuscire a far coincidere il tutto. Non solo per il team e i piloti, ma anche per i meccanici.

Il secondo problema è costruire venti macchine assolutamente identiche. Un costo enorme, che oltretutto non è fattibile sulla carta.

Terzo fattore: le Olimpiadi è una competizione basata sulle nazionalità. La Formula 1 dovrebbe quindi creare diversi team in base alla provenienza dei suoi piloti.

La F1 è uno sport di squadra, dove contribuisce non solo il singolo pilota. La performance è infatti il risultato del lavoro di meccanici, ingegneri e altre figure. Sarebbe ingiusto premiare una sola persona e ignorare il contributo dell’intero team.

Crediti immagine di copertina: Getty Images

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