Nonostante si fosse agilmente qualificato in Q3, Sebastian Vettel non è potuto scendere in pista per segnare il tempo nell’ultima sessione a causa di un problema alla sua monoposto. Nei concitati momenti che hanno seguito la scopertà dell’inconveniente, Mattia Binotto è stato presente ai box per cercare di determinare l’entità del problema. La decisione ultima, purtroppo, è stata quella di non tornare in pista. Vediamo insieme quali sono state le prime ipotesi e quale poi la spiegazione definitiva. GP Austria Vettel problema
“Un problema stupido” GP Austria Vettel
Sono state diverse le ipotesi avanzate dal team e dai cronisti nei pochi minuti che separano Q2 e Q3. Pareva da subito chiaro che il problema interessasse la PU, dato che Binotto si era da subito rivolto all’ingeniere Fraboni, responsabile operazioni motore. In seguito è parso che anche il fondo fosse danneggiate, ipotesi improbabile data l’assenza di “escursioni fuori pista” di rilievo. Alla fine, è stato Binotto stesso a confermare la natura del problema e la sua entità, tranquillizzando i tifosi.
“Il nostro è stato un inconveniente di natura meccanica, un problema quasi stupido. Prerò ci ha impedito di scendere in pista, alla fine. C’è stata una interruzione della connessione meccanica che regola l’alimentazione sulla linea pneumatica del motore, un connettore quasto. Di conseguenza, il motore rimaneva senza aria.”
Questa spiegazione può far dormire sonni tranquilli ai tifosi ferraristi per domani. Il lavoro è sicuramente lungo, in quanto l’intero cofano motore va smontato per provvedere alla verifica del danneggiamento e alla sostituzione del connettore, ma non dovrebbero esserci penalità in vista: nessuna delle componenti interessate, se sostituita, importa sanzione in partenza.
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