Carlos Sainz ha partecipato alla conferenza del GP di Germania. Per lui e la McLaren sarà un GP importante per aumentare il vantaggio sugli inseguitori.
Carlos Sainz arriva in Germania forte di tre arrivi a punti consecutivi, due da primo degli altri, e la settima posizione nel campionato piloti. Risultati ottenuti con una McLaren in piena crescita che al momento vanta 60 punti in campionato, 2 in meno rispetto al bottino totale della scorsa stagione. Questa evoluzione ha permesso al team di Woking di trovarsi in quarta posizione in campionato con 21 punti di vantaggio sulla Renault. Un risultato insperato ad inizio stagione.
“Non ci aspettavamo di trovarci davanti a Renault. Noi l’anno scorso abbiamo finito abbastanza bene però ad Abu Dhabi la McLaren era dietro di noi di circa mezzo secondo sia in qualifica che in gara. Era difficile vedere Alonso o Vandoorne battagliare alla pari con me e Nico. Quindi era difficile pensare che a questo punto saremmo stati davanti. Non credo che a livello di prestazione siamo migliori, siamo molto vicini e questo rende la nostra battaglia estremamente divertente. Questo si è visto a Silverstone e in Francia. Siamo molto contenti di poter combattere con un team come la Renault. L’obbiettivo per noi è continuare a progredire verso il top, guardando avanti non alla Renault ma ai top team. Dobbiamo cercare di ridurre il distacco rispetto a loro.”
Se i risultati in gara di Carlos Sainz sono impressionanti non si può dire la stessa cosa di quelli in qualifica. Lo spagnolo sembra più in difficoltà sul giro secco tant’è vero che il rookie Lando Norris l’ha battuto 7 volte su 10.
“Questa è un’osservazione corretta. Non sono del tutto contento di come sto andando in qualifica, è facile dire che io abbia avuto dei problemi che mi abbiano condizionato. Problemi che non dipendono da me però, devo comunque dire che ogni volta che salto in macchina sento la sensazione di poter estrarre il massimo potenziale, sono in grado di sentire la macchina e la sua velocità. Mi sento veloce ogni volta che mi calo nella mia MCL34. In qualifica però ci sono sempre delle circostanze che riducono tutto ad un giro secco e se qualcosa in quel giro va storto sarà un risultato negativo. La cosa più importante è che io sento sempre la velocità e lo dimostra il fatto che in gara io sia sempre riuscito a migliorarmi.”
In molti si sono chiesti quale sia il segreto della McLaren, un team che ha ribaltato completamente la sua situazione da un’anno all’altro.
“Non c’è un segreto e se lo trovassi lo farei rimanere tale. Credo sia una combinazione del duro lavoro del team per creare un pacchetto abbastanza buono per permetterci di fare quanto di buono stiamo facendo in gara. Una combinazione di una buona strategia la domenica, di buone partenze, di un buon passo e anche di un buono sviluppo. Al momento la battaglia a centro griglia è talmente serrata che devi cercare di gestire ogni aspetto e di essere forte in ognuno di questi. Quest’anno siamo andati bene in gran parte di questi aspetti ed è per questo che ora siamo in testa a questa battaglia. A volte siamo riusciti anche a conquistare un buon risultato quando non avevamo la macchina più veloce di centro griglia. Il mio desiderio sarebbe però quello di creare un divario tra noi e il resto dei team, quindi credo che la McLaren debba continuare a lavorare in questa direzione anche se sarà molto difficile centrare quest’obbiettivo nel 2019.”
La McLaren sta vivendo una delle sue migliori stagioni dell’era turbo ibrida avendo ritrovato una competitività che negli ultimi anni sembrava irraggiungibile.
“Credo che i meriti siano dovuti innanzitutto a quello che è stato fatto lo scorso anno, soprattutto dalla seconda parte di stagione quando il team ha deciso di bloccare lo sviluppo per capire come mai la macchina stesse andando così male. Così si è concentrata sulla macchina 2019. Si sta facendo un’ottimo lavoro analizzando molto bene la situazione in fabbrica, avendo una visione complessiva molto buona su quello che il team deve fare per migliorare nel medio-lungo termine. Questo è un progetto che sta procedendo molto bene ma la sua influenza si inizierà a sentire molto più nell’avvenire. Bisogna concedere un po’ di tempo ad un ambiente di 600-800 persone come quello di Woking per vedere dei cambiamenti rilevanti, potrebbero volerci mesi o anni”
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