Andiamo a vedere l’analisi della spettacolare pista di Suzuka, sede del Gran Premio del Giappone e diciassettesima prova del campionato del mondo.
La pista di Suzuka è una delle più spettacolari dell’intero calendario. Il tracciato presenta un disegno a 8 ed è estremamente vario e completo. Suzuka alterna lunghi rettiline, curve ad alta velocità, rapidi cambi di direzione, tornanti e chicane lente. analisi pista Suzuka
Il primo settore è caratterizzato da una sequenza in successione di curve veloci a destra e a sinistra. I rapidi cambi di direzione e il fatto che il settore si snodi in salita fan sì che il pilota sia sottoposto ad accelerazioni in tutte le direzioni, simulando le sensazioni delle montagne russe.
La seconda parte del tracciato presenta tre lunghi tratti da affrontare in pieno, compresi la storica curva 130R e il rettilineo di partenza. Quest’ultimo è anche leggermente in discesa, rendendo ancor più complicate le procedure di partenza per i piloti.
La power unit lavora a pieno regime per il 71% del giro. La parte ibrida contribuisce a migliorare i tempi sul giro di circa 3,4 secondi e a incrementare la velocità di punta di 24 km/h (dati Magneti Marelli).
Le difficoltà della scelta del set-up
La grande varietà di curve rende estremamente complicata la scelta dell’assetto. I team prediligono un assetto con un medio carico aerodinamico, per mantenere il grip nelle numerose curve veloci senza intaccare eccessivamente la velocità di punta sui rettilinei.
Anche le regolazioni delle sospensioni e delle barre antirollio sono finalizzate al giusto compromesso per garantire allo stesso tempo una buona percorrenza nei lunghi curvoni, la reattività in fase di ingresso curva e nei cambi di direzione, ma anche una buona trazione in uscita dall’ultima chicane e dal tornante.
Delle regolazioni morbide degli ammortizzatori permettono ai piloti di andare aggressivi sui cordoli della chicane finale, ma allo stesso tempo gli ingegneri devono prestare attenzione a non esagerare. Un’eccessiva morbidezza potrebbe portare il fondo vettura a toccare l’asfalto nelle compressioni in salita del primo settore. Questo porterebbe ad una improvvisa perdita di carico in curva, creando una situazione di pericolo.
Il Gran Premio del Giappone vede sovente anche la variabile del meteo a condizionare la gara. In caso di pioggia, le sezioni in pendenza del tracciato creano dei rivoli d’acqua responsabili di acquaplaning, rendendo il controllo delle vetture estremamente difficile. Le previsioni meteo per il prossimo fine settimana non sono positive, con un tifone che minaccia di abbattersi proprio sulla pista.
L’elevata abrasività dell’asfalto e i forti carichi laterali nelle curve ad alta velocità hanno spinto la Pirelli a portare a Suzuka le mescole più dure dell’intera gamma, C1, C2 e C3, con lo scopo di non generare un eccessivo degrado.
Impegno ridotto per l’impianto frenante
La presenza di numerosi curvoni ad alta velocità fa sì che il numero di frenate intense sia estremamente ridotto. In 5 curve addirittura i freni non vengono toccati, mentre in altre 10 lo spazio di frenata è inferiore ai 90 metri. La decelerazione media sul giro è di soli 2,8 g contro i 4,1 g di Sochi. Brembo ha classificato la pista come poco impegnativa per i freni, in particolare di livello due su una scala da uno a cinque.
Le uniche frenate superiori ai 3 g di decelerazione sono quelle del tornantino (curva 11), della spoon curve (curva 13) e della chicane del triangolo (curva 16). In quest’ultima staccata in particolare le monoposto raggiungono i 5,3 g di decelerazione. Le vetture passano da 315 km/h a 100 km/h in soli 120 metri e 2,4 secondi. Il carico massimo sul pedale del freno è pari a 164 kg. Con una carreggiata molto stretta in questo punto della pista, il pilota dev’essere estremamente preciso, per non mancare la curva. Un ritardo di soli 50 centesimi di secondo rispetto al punto di staccata significherebbe arrivare 4 metri più lungo rispetto al punto di corda.
Il carico complessivo sul pedale del freno nell’arco dell’intero Gran Premio è di 29 tonnellate, un valore decisamente più basso rispetto alle 43 tonnellate del GP di Russia (dati Brembo).
Con una pista così tecnica e completa, Suzuka è da più di trent’anni una grande sfida sia per i piloti che per le vetture e dispone di tutti gli ingredienti necessari per assistere ad una gara emozionante. analisi pista Suzuka
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