La Ferrari torna a vincere a Monza con uno storico successo firmato Charles Leclerc. Il trionfo è stato frutto di una combinazione perfetta di pilota, macchina e muretto. Ecco i punti chiave della vittoria Ferrari a Monza.
Uno dei protagonisti indiscussi nella domenica monzese è stato Charles Leclerc. Il pilota monegasco ha iniziato a costruire la propria vittoria dalla partenza, sfruttando la pole position conquistata al sabato. Leclerc ha avuto uno spunto leggermente peggiore rispetto a quello di Hamilton, ma grazie alla power unit Ferrari è riuscito a riportarsi davanti e a chiudere l’interno alla staccata della prima variante.. Analisi GP Italia
A quel punto è iniziata una gara lunghissima per il monegasco, che ha dovuto resistere per 53 giri alla pressione delle due frecce d’argento commettendo il minor numero di errori possibile, in un weekend dove il poco carico aerodinamico delle vetture ha portato tanti piloti a sbagliare
Il meticoloso lavoro di Leclerc è stato visibile anche sui rettilinei, dove cambiando traiettoria cercava ad ogni giro di spezzare la scia agli inseguitori.
L’importanza della gestione delle gomme
Un altro momento chiave è stato quello del pit stop. Leclerc ha inizialmente stampato un giro record prima di rientrare ai box. Successivamente non ha commesso errori nel giro di uscita, al contrario di Hamilton, dove la difficoltà nel mandare in temperatura gli pneumatici hard poteva creare diversi problemi al pilota della Ferrari. La stessa attenzione alle gomme la si è vista dopo le due virtual safety car. La doppia neutralizzazione ha avuto l’effetto di raffreddare le gomme della SF90, prolungandone la vita da un lato, ma rendendo più insidiose le ripartenze dall’altro.
Leclerc è stato abilissimo anche nel gestire il degrado degli penumatici, com’è visibile nel monitor dei tempi, permettendogli di difendersi dagli attacchi di Bottas nel finale.
Infine, Charles ha gestito nel miglior modo possibile il confronto con il penta campione del mondo Lewis Hamilton. Leclerc infatti non è caduto nelle finte dell’inglese quando questi usciva di traiettoria in frenata per provare a fargli coprire l’interno. Nei pochi confronti diretti invece, il monegasco ha mostrato tutta la propria cattiveria agonistica, mettendo in atto una difesa estrema ai limiti del regolamento.
Una vittoria costruita dal venerdì analisi gp Italia
Il secondo dei tre ingredienti che hanno costituito la ricetta della vittoria Ferrari è stato il muretto.
Le scelte strategiche corrette sono iniziate ancor prima del Gran Premio. La scuderia infatti ha optato per portare a Monza una gomma hard in più rispetto alla Mercedes. Questo ha permesso di poterla valutare sul passo gara nel corso della FP2. I dati raccolti sono stati sicuramente un incentivo fondamentale a montare la mescola più dura anche in gara, una scelta che si è rivelata vincente.
La Ferrari infatti ha rischiato di perdere la vittoria dopo il testacoda di Sebastian Vettel. L’errore del tedesco ha lasciato Leclerc in condizione di inferiorità strategica rispetto al duo della Mercedes. Il muretto tuttavia è stato subito reattivo nel passare al “piano B”, come comunicato via radio. Analisi GP Italia
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La Ferrari non ha abboccato alle finte della Mercedes quando i loro meccanici hanno simulato un imminente sosta. La scelta del team di Maranello invece è stata quella di lasciar fermare volutamente prima Lewis Hamilton, su una pista dove l’undercut è poco efficace. Effettuare la sosta dopo la Mercedes ha permesso alla Ferrari di montare una gomma differente rispetto alle frecce d’argento, la hard. Grazie al minor degrado della mescola dura, tale scelta ha permesso alla SF90 di sopperire alle maggiori difficoltà viste durante la stagione nella gestione degli pneumatici durante la gara rispetto alla Mercedes.
Il piano però non sarebbe mai andato a buon fine senza l’abilità dei meccanici Ferrari, bravi, rapidi, precisi, che con una sosta in 2.3 secondi hanno consentito a Leclerc di tornare in pista davanti a Lewis Hamilton.
Un’altra scelta che si è rivelata vincente da parte del team è legata all’assetto. La SF90 infatti è apparsa più in difficoltà nel giro secco sulla pista brianzola rispetto a quanto le caratteristiche del tracciato lasciassero presagire. Quanto evidenziato nel corso del weekend potrebbe essere un indizio di una scelta di un assetto a maggior carico aerodinamico, sacrificando parte del vantaggio velocistico in rettilineo in favore di una migliore gestione delle gomme in gara.
Il motore evo 3 ha risolto i problemi visti durante la stagione? Analisi GP Italia
La vittoria Ferrari a Monza non sarebbe stata possibile però senza le caratteristiche della SF90.
La bassa resistenza aerodinamica della vettura unita al potente propulsore di Maranello hanno resto la Ferrari la macchina da battere in qualifica.
La velocità della rossa sui rettilinei si è rivelata fondamentale anche alla partenza. Charles Leclerc infatti era stato affiancato da Lewis Hamilton dopo lo spunto. Nell’allungo però, la power unit e l’aerodinamica della Ferrari hanno avuto la meglio e hanno permesso alla vettura numero sedici di uscire in testa dalla prima variante. Analisi GP Italia
Nel corso della stagione tuttavia, la Ferrari ha spesso evidenziato una difficoltà a esprimere lungo tutta la distanza di gara la stessa potenza mostrata in qualifica. A Monza invece la SF90 è stata semplicemente irraggiungibile sul dritto per tutta la distanza di gara, sebbene le Mercedes potessero sfruttare il DRS e la scia. Quanto visto potrebbe quindi essere un indizio di come il motore evo 3 montato dalla Ferrari proprio per il Gran Premio di casa abbia consentito di risolvere le problematiche emerse nel corso della stagione.
Il modo in cui è maturata la vittoria Ferrari al Gran Premio d’Italia ricorda ancora una volta come la Formula 1, al contrario di quanto si tenda a pensare, sia una delle maggiori esaltazioni del lavoro di squadra.