Neanche il tempo di tirare il fiato, che la Formula 1 torna subito in azione per il Gran Premio di Russia. Ecco tutte le insidie del tracciato di Sochi.
Il tracciato di Sochi è lungo 5848 metri ed è ricavato nella bellissima cornice dell’ex parco olimpico invernale. La pista è celebre all’interno del calendario per la curva 3. Si tratta di una curva a 180° con il raggio più ampio del mondiale. Questo permette alle moderne Formula 1 di sfrecciare a tavoletta, costringendo i piloti a sopportare 3 g di accelerazione laterale per circa 6 secondi. La curva è teatro spesso anche di sorpassi emozionanti all’esterno. analisi pista sochi F1
Il tracciato vede dei lunghi rettilinei ad alta velocità, rendendo importante la componente della power unit all’interno della prestazione complessiva. La spinta della parte ibrida è quindi maggiore che a Singapore. A Sochi il motore elettrico con vale 2.8 secondi al giro e incrementa la velocità massima di circa 20 km/h. Il pilota preme a fondo l’acceleratore per il 71% del giro contro il 53% di Singapore (dati Magneti Marelli).
Occhio al terzo settore
Oltre ai lunghi rettilinei, intervallati da curve a novanta gradi, è presente un terzo settore caratterizzato da curve lente. In questa sezione diventa fondamentale la trazione, ossia la capacità di scaricare a terra la potenza della power unit senza far pattinare le gomme. La trazione è ancora più importante nelle curve 16 e 17, dove la contropendenza tende a far scivolare la macchina verso l’esterno, è l’ultima curva che immette sul lungo rettilineo di partenza. E’ pertanto fondamentale uscire bene per non perdere terreno nell’allungo.
La scelta dell’assetto è finalizzata quindi ad un livello di carico aerodinamico medio, per poter trovare il giusto compromesso tra velocità di punte a grip nelle curve lente.
Una scelta delle barre di torsione più morbida sull’asse posteriore dovrebbe favorire la trazione nel terzo settore. L’ultima sezione del tracciato infatti è di importanza primaria. Nel 2018 le Mercedes costruirono la propria vittoria proprio grazie alla supremazia nelle ultime curve.
La Pirelli porta a Sochi le mescole C2, C3 e C4, quindi di uno step più dure rispetto a Singapore. Questo, unito al poco grip dell’asfalto e alle caratteristiche del tracciato, porterà ad un’usura molto lieve degli pneumatici. Sarà pertanto probabile assistere ad una gara ad una sola sosta anche se le alte possibilità di sorpasso non escludono strategie alternative. Analisi pista Sochi F1
Tante frenate impegnative
La pista di Sochi è classificata dalla Brembo come di severità 4 su 5 per i freni. Il tracciato presenta 10 frenate, di cui 5 molto impegnative che superano i 4 g di decelerazione. La decelerazione media sul giro infatti è molto elevata, pari a 4,1 g. I lunghi rettilinei tuttavia consentono un adeguato raffreddamento dei componenti.
Sochi è quindi una pista meno impegnativa per l’impianto frenante rispetto a Singapore. I freni vengono impiegati per il 15% del giro contro il 25% di Singapore, per un totale di 530 volte nell’arco della gara rispetto alle oltre 900 della precedente gara. Il carico complessivo sul pedale del freno durante il Gran Premio è di 43 tonnellate contro le 70 di Singapore.
Molto particolari sono le frenate di curva 5 e curva 14, dove si arriva da una curva e la vettura sta ancora raddrizzando le ruote.
La staccata più impegnativa infine è quella di curva 2. In soli 107 metri e 1,82 secondi le vetture passano da 330 km/h a 131 km/h. La decelerazione massima raggiunge i 6,1 g e la forza richiesta sul pedale del freno è di 142 kg (dati Brembo). Sbagliare punto di staccata di un solo decimo di secondo comporta un allungamento della traiettoria di 9 metri, perdendo completamente il punto di corda.
Una menzione infine per la partenza del Gran Premio. La distanza tra la linea di partenza è la prima frenata è tra le più lunghe del mondiale e potrebbe rendere il poleman soggetto a numerosi attacchi.
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