Dopo 392 giorni torna a brillare la stella di Sebastian Vettel, illuminata dalle luci di Marina Bay. 26 punti per il #5 che stringe il divario in classifica con Leclerc. GP Singapore Vettel
Era da tanto, troppo tempo che Sebastian Vettel non dimostrava ciò che veramente è. Trecentonovantadue giorni dall’ultimo gradino più alto del podio a Spa, ha riportato nel suo palmares la vittoria tanto sperata. Dopo il difficile oblio temporaneo (fin troppo lungo) dall’inizo di stagione e confermato dai continui errori messi a segno nelle ultime gare, quello di oggi sembra essere stato un primo tentativo di uscita dall’ombra cupa e profonda, nella quale il quattro volte iridato è sprofondato da Hockenheim 2018. GP Singapore Vettel Ferrari
Il ritorno di Seb
Che sia stato un gran premio strano lo si poteva capire dopo il primo quarto di gara. Ritmi lentissimi quasi a riportare in un evento di caratura del genere andamenti da guida cittadina con tanto di limite di velocità. Il trenino lo guida Leclerc, idolo ormai del tifo rosso, ma Vettel ovviamente, disintegrato nel morale dopo il Belgio e Monza, non ci sta a fare da guardia del corpo. Il sorpasso non avviene in pista ma grazie alla strategia basata sull’undercut, inizalmente pensata per curare Hamilton poi efficace anche verso Leclerc.
” E’ stata una chiamata molto ritardata (quella per il pit stop). Pensavo di entrare in anticipo ma ho dato tutto nel giro d’uscita. Sono stato sorpreso a trovarmi davanti. Ho visto le macchine davanti a me che non rientravano, specialmente Lewis.”
Un’enome boccata freschissima d’ossigeno quella di Seb, in una notte tradizionalmente calda; uno schiaffo a tutte le critiche (costruttive) contro di lui girate e rigirate in continuazione a ribadire un fallimento nel confronto prestazionale con l’appena arrivato Charles. Singapore doveva essere un altro di quei Gp da affrontare più arduamente dei due precedenti, dove la supremazia così osannata dei due Mercedes e del loro decantato downfoce appariva ancora come la papapile nel successo notturno.
” Sono contento, è stata una grande gara grandi congratulazioni al team, ultime settimane abbiamo cominciato a prendere vita. I tanti messaggi belli ricevuti negli ultimi giorni, mi hanno dato tanta forza e convinzione.“
Forza e convinzione, soprattutto combattività sono i caratteri serviti per ottenere il successo. Elementi che forse, dopo le sconfitte sono venuti a mancare nell’animo del tedesco, ma ripresi e rimessi in gioco alla grande proprio nel momento di profonda difficoltà.
Strategie che pagano
Come riportato in precedenza, uno dei momenti chiave, è stata la soluzione di pittare al ventesimo giro. Solitamente chi rientra per primo in una squadra è chi è piazzato meglio dei due. In questo caso sarebbe avrebbe dovuto fermarsi Leclerc (in testa alla corsa); In casa Ferrari però il problema principale era quello di rientrare in pista davanti alle frecce d’argento, nemico numero uno da sconfiggere per assicurarsi il riusltato poi ottenuto. Infatti così si spiegherebbe la preferenza di lasciar continuare il vincitore di Monza e fermare Vettel.
La difficoltà estrema di un circuito come quello di Marina Bay non è tanto la perenne vicinanza dei muri, pronti a punire ogni minima sbavatura di traiettoria, ma la complesità nel mettere a segno i sorpassi. Nel caso di Seb, primo dopo aver sopravanzato Leclerc mentre questo usciva dalla corsia box, essenziale era mettere più vantaggio possibile tra lui e il #16 per guidare con maggior tranquillità. Ma il troppo traffico di vetture più lente davanti hanno complicato la vita del campione tedesco.
“ Impegnativo gestire le gomme col traffico davanti, ho cercato di superare rapidamente chi mi precedeva ed aumentare il vantaggio con quelli dietro. L’entrata della Safety car poi ha cancellato il divario che avevo con Charles. Complicata la ripartenza con le gomme fredde ma chi è davanti ha sempre vantaggio.“
Seguici su Instagram e Telegram!
GP Singapore Vettel Ferrari