F1 | I team chiedono cambiamenti al parco chiuso ma attenzione agli ingegneri

La regola de parco chiuso, sopratutto nei weekend sprint, sta facendo molto discutere e sembra che anche i team stiano spingendo per fare dei cambiamenti.

Dopo la squalifica di Hamilton e Leclerc nel GP di Austin, i discorsi sul regime di parco chiuso sono tornati in voga. Durante i weekend con il format Sprint infatti ci sono solo 60 minuti a disposizione delle squadre per scegliere l’assetto della macchina e questo sembra essere troppo limitante. Gli stessi team di F1 sembra che ora vogliano rivedere la regola del parco chiuso in modo da avere più libertà ma limitando comunque le “fantasie” degli ingegneri.

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Hamilton e Leclerc durante il GP degli USA – Credits: F1

L’ammissione della FIA dopo Austin

Negli USA, il format Sprint e gli avvallamenti della pista sono costati cari ad Hamilton e Leclerc. Le loro macchine infatti hanno usurato il pattino del fondo più del limite consentito e questo ha causato la squalifica di entrambi. Tuttavia la FIA ha ammesso che questa violazione del regolamento tecnico è stata probabilmente dovuta al format della Sprint Race. Format che infatti impone di bloccare gli assetti delle vetture già dal venerdì, dopo solo un’ora di prove.

I team hanno poco tempo dunque per fare le scelte di set-up sulle proprie macchine e quindi è più facile cadere in errore. Anche in Brasile potremmo vedere lo stesso problema come ha sottolineato il pilota della Mercedes George Russell.

Parco chiuso: nessuna eliminazione, solo modifiche

La FIA, nel lontano 2003, ha scelto di introdurre il parco chiuso in F1 per limitare gli interventi dei team sulle macchine tra una sessione e l’altra. Questo è andato in direzione del risparmio economico in quanto impediva di avere vetture completamente rivoluzionate dalla qualifica alla gara. Ora però in Formula 1 è presente un cost cap a limitare le spese dei team e dunque il regime di parc ferme potrebbe essere rivisto ed alleggerito.

Il direttore sportivo di Ferrari Diego Ioverno si è detto a favore di una modifica di questa regola ma non alla sua eliminazione. “Credo che le regole del parco chiuso siano ancora valide. Probabilmente potremmo allentare alcune di esse perché adesso ci sono altri modi per controllare ciò che facciamo. Ad esempio ora c’è la limitazione del budget, la tracciabilità dei pezzi. Non credo che si arriverà ad eliminare completamente il parc fermé ma stiamo comunque discutendo con la FIA anche di questi aspetti”.


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A fargli eco c’è stato anche Tom McCullough, Performance Director di Aston Martin. “Ci sono molte cose positive riguardo all’introduzione del parco chiuso in F1. Penso che si tratti di evolvere le regole per raggiungere gli obiettivi che tutti noi cerchiamo di raggiungere. Bisogna prendere delle decisioni in tempi molto brevi e con un numero di giri molto limitato. Tuttavia ci sono cose come il meteo che influiscono su questo aspetto. Un vento contrario un vento in coda possono influenzare le scelte ma è difficile prevederlo con tre giorni di anticipo. Credo che le modifiche ai regolamenti siano sempre ben accette dal punto di vista ingegneristico, ma non credo che il parco fermé vada eliminato”.

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Diego Ioverno, Direttore Sportivo Ferrari – Credits: Scuderia Ferrari

Il “problema” degli ingegneri

Da quello che emerge, i team di F1 non vogliono eliminare completamente il parco chiuso per non lasciare troppa “fantasia” agli ingegneri. Come ha infatti sottolineato Diego Ioverno, questo è un aspetto molto importante per le squadre. “L’obiettivo originario del parco chiuso era quello di evitare che i team facessero cose folli per le qualifiche e per la gara” ha dichiarato il DS Ferrari. “Tuttavia c’è anche un altro aspetto, quello di proteggere le squadre da se stesse perché gli ingegneri hanno sempre molta fantasia e a volte i meccanici sono un po’ troppo stressati”.

Questo naturalmente è un fattore molto importante da considerare. C’è da dire che oggi in Formula 1 è presente anche il coprifuoco che stabilisce un limite orario oltre il quale nessuno può lavorare sulla macchina. Tuttavia, in caso di revisione del regolamenti, andrà assolutamente tenuto in considerazione anche il lavoro dei meccanici. Bisogna infatti pensare anche alla loro “tutela” e non sovraccaricarli di lavoro.

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