Stefano Domenicali, ospite del podcast della F1 “Beyond the Grid”, racconta il calendario del prossimo futuro: al centro il numero di gare, i circuiti storici ed un possibile GP a Madrid.
Ai microfoni del podcast della F1 “Beyond the Grid“, il patron della Formula 1 Stefano Domenicali ha rivelato gli obiettivi del calendario del prossimo futuro. Protagonisti della discussione i circuiti storici, l’ampliamento del programma e le possibili rotazioni delle sedi nel corso degli anni.
Il primo punto passato in rassegna dal manager imolese è l’ampliamento del calendario, quest’anno fermo a 22 appuntamenti dopo l’annullamento della tappa di Imola. Domenicali punta ad un record di appuntamenti ancora maggiore: “Quello che vogliamo fare l’anno prossimo è un calendario di 24 GP. Penso che 24 sia il numero giusto, il numero che richiede il mercato.”
“Direi che rappresenterebbe il giusto equilibrio tra quello, la complessità della logistica e delle persone che lavorano. È il numero di gare che dobbiamo porci come obiettivo stabile per un lungo periodo“, prosegue.
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In Europa un futuro con GP a rotazione?
Recentemente sono emerse le voci di un possibile interesse di Madrid ad organizzare un Gran Premio di F1: “È vero che Madrid vuole ospitare una gara in futuro, ma non abbiamo preso ancora alcuna decisione, ne parleremo nei prossimi mesi. Ricordiamo che abbiamo ancora un contratto con Barcellona“, rammenta con soddisfazione per la tappa catalana
Il manager italiano precisa che Barcellona e Madrid insieme non sono nei piani della F1: “Doppio GP in Spagna come qualche anno fa? Penso di no, il business allora non era così grande ed avevamo un calendario eurocentrico. Oggi andiamo in tutto il mondo. In Europa mi aspetto di vedere gare alle quali possa essere applicata una rotazione. Non due nello stesso anno.”
Sulle gare storiche
In conclusione, uno sprone ai tracciati storici: “Sicuramente è molto importante che le corse storiche abbiano la propria personalità. Mi viene da ridere quando sento dire che la F1 non rispetta le gare storiche.”
“È assolutamente il contrario!”, continua. “Bisogna capire che il mondo si sta evolvendo. Le gare storiche saranno sempre parte del calendario, ma alcune devono comprendere i cambiamenti che devono fare, per esempio, nelle infrastrutture.”
“Non si tratta di cambiare il layout delle gare storiche. Ma arrivano sempre più fans con diverse necessità. Se non dai loro quello che meritano, non è più storico, no? Se ricordi, due anni fa ci fu la discussione sulla possibilità che il Belgio uscisse dal calendario. La risposta è che il Belgio è in calendario, hanno reagito molto bene. Hanno investito in infrastrutture assecondando la volontà di fornire ai fans la miglior esperienza possibile.”