F1 | Il GP di Monza come Las Vegas? Cosa serve all’Italia per “stare al passo” con gli americani: parla Mario Isola

La F1 va forte in America, e Las Vegas è stato un successo: Mario Isola spiega cos’ha bisogno il GP di Monza e l’Italia per “stare al passo”.

Il GP di Monza è una tappa storica per la Formula 1, ma l’Italia ha bisogno di qualcosa in più per “stare al passo” con i tempi che cambiano. Se la classe regina va forte in America, un motivo ci sarà.

E il merito non è solo a Netflix e a Drive to Survive che ha in parte donato nuova linfa vitale al motorsport nel Nuovo Continente. Ciò che rende spettacolare la Formula 1 negli Stati Uniti è l’averla resa uno show glamour e moderno.

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“Credo che oggi il mondo sia cambiato. Monza non può più garantirsi un posto nel mondiale solo perché è Monza. Solo perché è la storia”, queste sono le parole di Mario Isola. Il direttore di Pirelli è intervenuto nell’ambito della 42esima edizione Confartigianato Motori, a cui F1InGenerale era presente.

Lanciando l’allarme sul rischio del GP di Monza, Isola ha specificato come ormai qualunque gara sia a rischio, non solo qua in Italia. Oltreoceano, tutt’altra situazione. “Ci sono posti che ci mettono più soldi. In America organizzano mega eventi con concerti e mille attività che vanno oltre al Gran Premio.”

Perché il GP di Las Vegas ha avuto tanto successo? Mario Isola ha spiegato come gli americani abbiano portato l’entertainment a un altro livello, hanno fatto un altro salto. Mi è dispiaciuto sentire piloti che si sono lamentati dicendo ‘ci hanno messo in mostra come se fossimo dei burattini’. Sinceramente è tutta una cornice che ci sta. Lo sport è stato portato a un altro livello.”

Per rispondere alle esigenze di un nuovo pubblico, anche in Europa bisogna adattarsi. “Le gare europee si devono adeguare nel rispetto dello spettatore europeo, che non ha le caratteristiche dello spettatore americano”, ha continuato il direttore di Pirelli Motorsport. “Così come lo spettatore nel medio oriente è diverso. Noi avevamo due gare, Abu Dhabi e Bahrain, e siamo arrivati ad averne quattro. C’è tanto interesse.”

Il GP di Monza e l’Italia possono fare la loro parte, ma ciò non vuol dire modificare del tutto la sua essenza. “Le cose buone ce le dobbiamo mantenere, non dobbiamo cambiare il nostro DNA. Bisogna capire cosa serve per stare al passo”, ha concluso.

Crediti immagine di copertina: F1InGenerale

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