Il jet lag è un nemico invisibile per i piloti di F1 che può andare a incidere sulla prestazione degli atleti.
I piloti di F1 soffrono mai di jet lag? In un calendario sempre più affollato, con il 2024 che ha raggiunto il record di 24 gare stagionali, il nemico invisibile per gli atleti del motorsport è proprio il continuo cambio di fuso orario.
In dieci mesi, i piloti di F1 e i loro team sono costantemente in viaggio da un continente all’altro. Per il 2024 si è deciso di limitare un po’ il numero di spostamenti, cercando di raggruppare quante più gare nel Vecchio Continente nello stesso periodo. Ad esempio, l’Azerbaijan, che di solito è in programma in primavera, è slittata in autunno, dopo il GP d’Italia.
Il weekend in Australia è quello più tosto con ben 12 ore di fuso orario. Ciò vuol dire che quando nell’emisfero australe è giorno, nel nostro Paese è notte fonda (qui abbiamo spiegato meglio perché quest’anno è cambiato l’orario).
La settimana di un Gran Premio parte il giovedì e si conclude la domenica, e quando ci sono due gare consecutive i team non passano molto tempo nello stesso posto. I piloti quindi hanno poco tempo per riposare dal jet lag, che non è il massimo per il fisico e la mente.
Come fanno i piloti di F1 a combattere il jet lag?
Sui social media, Carlos Sainz ha spiegato la sua personale routine per combattere il jet lag. Durante il volo per Melbourne, lo spagnolo è rimasto sveglio 7 ore fino allo scalo a Dubai (quando in Australia era tarda mattinata). Per restare vigile ha guardato dei film per tutto il tempo.
Arrivato a Dubai, Sainz ha cercato di esporsi il più possibile alla luce del sole (così si produce melatonina, un ormone che aiuta ad addormentarsi) per evitare di dormire nel secondo volo. In questo modo, una volta atterrato a Melbourne che era sera, il pilota è riuscito ad adattare il suo orologio biologico all’orario australiano.
Oltre alla luce del sole, i piloti fanno uso anche di caffeina per restare svegli poiché blocca il recettore dell’adenosina, sostanza che favorisce il sonno.
Il controverso GP di Las Vegas 2023 e i suoi “danni”
La collocazione notturna del GP di Las Vegas 2023 ha causato un po’ di polemiche tra i piloti. Max Verstappen lo criticò aspramente: “Sono già 12 ore di differenze, ma anche un fuso orario completamente diverso. Praticamente viviamo secondo un orario giapponese (a Las Vegas), ma con quasi un giorno di differenza.”
Sergio Pérez scherzò sul fatto che avrebbe preso delle pillole per il sonno come Lewis Hamilton, che sembravano funzionare.
Ad ottobre, la Formula 1 tornerà con tre gare consecutive nel Nuovo Continente: Stati Uniti, Messico e Brasile. Le ultime tre da fine novembre, cominciando con Las Vegas e terminando a dicembre con Qatar e Abu Dhabi.
Crediti immagine di copertina: Getty Images / New York Times
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