F1 | La FIA contro le parolacce: quando anche i piloti di rally insorgono, vuol dire che è troppo

La linea dura della FIA contro le parolacce ha superato i limiti della F1: e se anche i piloti di rally insorgono, vuol dire che c’è qualcosa che non va.

C’è una linea sottile tra il giusto e sbagliato, anche quando si tratta del linguaggio da utilizzare in F1: la FIA impone la linea dura sulle parolacce, e i piloti si lamentano.

Lo ha fatto Max Verstappen per primo, quando lo scorso anno a Singapore venne sanzionato per un linguaggio scurrile di troppo. Per protesta, il quattro volte campione del mondo aveva deciso di esprimersi a monosillabi nelle conferenze stampa. Non soddisfatto aveva sfidato i giornalisti a seguirlo in altra sede, dove avrebbe potuto parlare liberamente senza alcun vincolo.

Ben Sulayem FIA Max Verstappen
Credits: XPB Images

La pena si è inasprita con l’entrata in vigore del nuovo Codice Sportivo Internazionale della FIA. A partire da quest’anno, i piloti di Formula 1 che verranno sorpresi a imprecare o criticare l’organo di governo verranno puniti più severamente. Si parte da una multa di 40.000 euro fino a una sospensione di un mese o addirittura la detrazione dei punti in campionato.

Cosa pensano i piloti di F1 del divieto sulle parolacce

Il nuovo Codice Sportivo non piace ai piloti di F1. C’è chi ne parla apertamente, chi ci ironizza, chi non si esprime. Verstappen ha scherzato dicendo che imprecherà in olandese per evitare di farsi beccare.

George Russell ha definito il regolamento “eccessivo”, mentre Carlos Sainz è stato più diplomatico, dicendosi d’accordo, ma entro certi limiti.

I piloti di rally imitano la F1: il comunicato contro la FIA

Credits: Red Bull Content Pool

Il giro di vite sul divieto della FIA di imprecare ha raggiunto anche il mondo del rally. Il pilota Adrien Fourmaux (Hyundai Motorsport) era stato sanzionato per aver violato il codice di condotta sportiva. Dopo il suo ritiro in Svezia, il francese aveva commentato: “Ieri ho fatto una cazzata.” La frase incriminata gli è costata una multa di 10.000 euro.

La WoRDA, l’associazione dei piloti che corrono in WRC, ispirata dai colleghi della GPDA (Grand Prix Drivers Association di Formula 1), hanno scritto una lettera aperta alla FIA in cui esprimono la loro opinione.

Affermando il loro rispetto verso chi prende le decisioni, il mondo del rally tiene a precisare che “al di là delle corse, il nostro ruolo si è ampliato. Oggi i piloti e i copiloti di rally non sono solo atleti, ma anche intrattenitori, creatori di contenuti e figure mediatiche costanti.”

Negli ultimi mesi, sottolinea la WORDA, c’è stato un crescente numero di sanzioni per linguaggio definito inappropriato che ha superato ormai un certo limite. “Il rally è estremo: il livello di rischio per gli atleti, l’intensità dell’azione, la durata delle tappe… tutti i limiti sono stati superati”.

Il comunicato diventa molto più duro quando l’associazione mette “in dubbio la pertinenza e la validità dell’imposizione di qualsiasi tipo di sanzione”, e si chiede che fine facciano i soldi delle multe. Anche qui, come già evidenziato dai piloti di Formula 1, si denota una mancanza di trasparenza da parte della Federazione.

FIA e il divieto di parolacce: qual è il giusto comportamento da adottare?

I piloti sono persone pubbliche costantemente sotto ai riflettori, e come tali vengono percepiti come modelli da seguire da parte di chi li guarda. Non esiste un comportamento corretto da eseguire in questi casi. Sebbene sia giusto adottare un linguaggio formale quando ci si espone in pubblico, non si può comunque limitarne l’uso quando si è in pista.

A 300 km/h subentrano diverse emozioni dettate dall’adrenalina del momento. Ed è impossibile controllare tutto ciò che passa per i team radio in questi momenti di maggior concitazione.

Se anche i piloti di rally insorgono, vuol dire che c’è un problema di fondo. Nelle parole dei diretti interessati emerge la volontà di trovare un accordo, ma lo scontro è inevitabile. Aspettiamoci nuovi botta e risposta nei prossimi mesi.

Crediti immagine di copertina: XPB Images

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