F1 | La mail su Horner squarcia la notte del Bahrain: il racconto dalla pista

Il racconto delle ore concitate vissute nella sala stampa del Bahrain: una mail riapre il caso Horner che ora si fa realmente complesso.

Horner Bahrain
Horner sorpreso durante un lungo colloquio telefonico in Bahrain.

Quindi finisce così? L’avevo detto”. “No! È solo l’inizio”. Suona più o meno così il Ping-pong di battute che rimbalzano da un lato all’altro della sala stampa da quando Red Bull ha comunicato che qualsiasi accusa contro Chris Horner era priva di fondamento.

La partita è durata poco, quantomeno fino alle FP2. Con la sala stampa concentrata nel cercare di capire i valori in pista di questo mondiale 2024, una mail attira l’attenzione dei giornalisti.

Christian Horner investigation evidence recita l’oggetto. Abbastanza per far passare la classifica in secondo piano.

Settanta file, tra screen, selfie e immagini personali del Team Principal Red Bull finiscono sul tavolo, o meglio, sullo schermo, dei giornalisti presenti.

La sala stampa si scatena. I più si domandano se il materiale ricevuto sia vero assieme a chi, di domande, preferisce non farsene.

L’assalto all’hospitality Red Bull, la reazione di Horner

Dalla porticina laterale dell’area dedicata ai media comincia una piccola processione in direzione hospitality Red Bull. Le TV sono schierate, tutte con il dubbio se parlare o meno.

All’ingresso c’è Jos Verstappen. L’olandese appare tranquillo, ma non appena incrocia lo sguardo di Helmut Marko lo interroga con un esplicativo: “Everything ok?”. “No problem”, lo liquida rapidamente l’austriaco.

Alcuni giornalisti fermano l’addetto stampa del Team. Nessuna risposta, ma soltanto delle braccia larghe come a dire: “Ci mancava questa”.


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Pare che anche lo stesso Horner sia stato informato, a margine di un’intervista. Ma la sua calma tipicamente britannica ha evitato qualsiasi reazione d’istinto.

 Nel caos generale, le certezze sono poche. A prescindere dall’identità del misterioso mittente, l’intento era chiaro. Il danno di immagine verso Horner anche.

Il sospetto che a firmare la mail sia un “franco tiratore” o quantomeno un membro interno al team è lecito. Specie considerando che il materiale è stato oggetto di un’indagine condotta dietro alle porte di Milton Keynes.

La questione, come immaginabile, si sposta ora su un piano legale. I rischi sono enormi, per tutte le parti coinvolte.

Della notte del Bahrain, ora, rimane solo il silenzio, assordante. In attesa che domani torni a parlare la pista… e non solo.

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