Formula 1

F1 | La Red Bull infastidisce gli haters, Peter Windsor se la ride: “Gente che non sa cosa sia la Formula 1”

La Red Bull vince troppo? Per alcuni “tifosi” dovrebbe essere punita, e l’esperto di Formula 1 Peter Windsor se la ride.

Peter Windsor risponde a chi chiede alla FIA di penalizzare la Red Bull – Photo by David Ramos/Getty Images/Red Bull Content Pool

Il dominio della Red Bull continua inarrestabile, ma questa situazione inizia a infastidire alcuni “tifosi”, tanto che Peter Windsor è dovuto intervenire. L’esperto di Formula 1 ha letto divertito alcune richieste di diversi haters della scuderia austriaca.

In pratica sui social chiedevano alla FIA di modificare il regolamento perché Verstappen & company stanno vincendo praticamente ogni gara.

Nel suo live streaming su YouTube, il giornalista ha fortemente criticato questa parte di fanbase: “Se la gente è arrabbiata perché la FIA non sta facendo nulla al riguardo, allora non ha assolutamente idea di cosa sia la Formula 1.”

“E’ uno sport dove si cerca di vincere ogni Gran Premio, ogni campionato e di produrre la macchina migliore. Se una squadra lo ha fatto, non puoi pretendere che l’organizzazione cambi tutte le regole in modo che non vincano. Ma se pensi che dovrebbero farlo, allora non dovresti guardare la Formula 1”.

Windsor ha anche spiegato che il costante cambiamento delle regole avrebbe un effetto negativo sui potenziali team, come Audi, che entreranno a breve in questo sport.

“Se stai cercando di incoraggiare i grandi produttori a entrare in Formula 1, nella stessa misura della Liberty Media, non vuoi far vedere loro cambierai le regole ogni cinque minuti in base a chi vince troppe gare. Perché dovresti farlo? Non vorresti mai dare loro l’impressione di cambiare gli standard all’improvviso.”

A Montréal, la  Red Bull ha disputato la sua centesima gara. Max Verstappen, come altri piloti prima di lui, ha eguagliato il record di Ayrton Senna con la vittoria numero 41.

Prossima tappa del Mondiale 2023 è a casa della Red Bull, in Austria.

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