Il weekend del GP di Spagna è ormai alle porte: per un’ottimale preparazione alla corsa, andiamo a conoscere a fondo il tracciato di Barcellona nelle sue caratteristiche tecniche e vediamo insieme come affrontare i punti salienti della pista gp spagna analisi f1
Le caratteristiche del tracciato
Il tracciato di Barcellona è uno dei più probanti dell’intero calendario di Formula 1. E’ consuetudine dire infatti che se una vettura è veloce al Montmelò, allora sarà competitiva su tutte le piste del mondiale. Questo perché i tre settori della pista presentano caratteristiche completamente differenti tra di loro.gp spagna analisi f1
Ad eccezione della prima chicane, il settore iniziale si affronta completamente in pieno, compresa la lunga curva tre. E’quindi fondamentale avere una buona efficienza aerodinamica per raggiungere velocità di punta elevate. Il secondo settore è invece caratterizzato da curve a medio-alta velocità, che richiedono un livello molto alto di carico aerodinamico. E’ particolarmente impressionante la curva numero 9, una piega verso destra a 90° che nel 2018 in qualifica alcune vetture riuscivano ad affrontare in pieno.
Chiude il giro il tortuoso terzo settore, che si snoda sul pendio di una collina con una lunga successione di curve lente in leggera contropendenza. La trazione diventa fondamentale in questa parte del tracciato, in particolare in uscita dall’ultima chicane. E ‘importante uscire rapidi per poter avere una buona accelerazione in vista del rettilineo di partenza lungo oltre un chilometro.
L’ultima parte del tracciato ha un impatto considerevole sul tempo sul giro. Nella passata stagione la Mercedes fece la differenza proprio nel terzo settore.
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I segreti del tracciato: come un pilota deve affrontare Baku per un giro perfetto
Nonostante i piloti conoscano alla perfezione ogni centimetro dei 4665m del circuito macinando chilometri su chilometri ogni anno in occasione dei test invernali, saranno le piccole differenze a decretare chi si aggiudicherà la pole sabato. Andiamo ad analizzare come i piloti affrontano le parti più complicate del tracciato e immedesimiamoci nella loro costante e scrupolosa ricerca del limite.
Curve 1, 2 e 3
La prima sezione del tracciato è forse quella che più stressa la monoposto: per una perfetta percorrenza delle prime tre curve, i piloti, lanciati ad oltre 330 km/h, spremeranno il proprio pedale del freno poco dopo il cartello dei 100m per inserire la propria monoposto nella prima chicane del tracciato. Risulta importantissimo non mancare il punto di corda nella prima curva per rimettere il piede sull’acceleratore quanto prima possibile in vista delle due tornate successive: è in questa sezione che le vetture con maggior stabilità nei cambi di direzione guadagneranno qualche centesimo prezioso. In assetto da qualifica, la seconda curva sarà facilmente percorribile con la farfalla del gas spalancata, cosìccome curva 3.
Curve 7, 8 e 9 gp spagna analisi f1
Ci troviamo a circa metà tracciato: una doppia sequenza di curve insidiose separa il pilota dal rettilineo del secondo settore, ed una corretta esecuzione risulta cruciale per lanciarsi nel dritto con quei chilometri orari in più che fanno la differenza.
Curva 7 è una delle più insidiose del tracciato: il pilota raggiunge la sezione ad una velocità di 270km/h, frenando all’altezza del cordolo sinistro per arrivare ad una velocità di percorrenza di 160km/h passando sul cordolo sinistro per guadagnare metri importanti. Ma ciò che risulta più complicato è l’uscita di curva 7: in questo punto del tracciato l’asfalto è particolarmente sconnesso e risulta facile soffrire di sovrasterzo non appena il pilota metterà piede sul gas in percorrenza della lieve curva 8.
Una rapidissima curva 9 immette nel secondo rettilineo del tracciato e rappresenta una gran sfida per monoposto e pilota: con tutta probabilità, Ferrari, Mercedes e Red Bull saranno in grado di percorrerla in pieno alla impressionante velocità di 260km/h.
Curve 13, 14 e 15 gp spagna analisi f1
L’ultima sezione del tracciato è forse la più tecnica del circuito: una complicata chicane separa il pilota dalla conclusione del giro e spesso risulta determinante per l’assegnazione della pole. Lo scorso anno Ferrari faticava parecchio in queste ultime due curve e anche questo weekend potrebbero essere il tallone d’achille della rossa.
Di fondamentale importanza non mancare i punti di corda attraversando i cordoli di ambe due le curve: la vettura che si scomporrà meno e che permetterà al pilota di aprire prima di tutti il gas avrà un enorme vantaggio in vista del rettilineo finale. Estremamente facile bloccare l’anteriore sinistra nella frenata di curva 14, lo scorso anno molti piloti hanno rovinato i propri treni di gomme proprio in questa sezione.
L’assetto e i pronostici per il Gran Premio gp spagna analisi f1
Nonostante siano presenti zone ad alta velocità, a Barcellona i team optano per una configurazione a medio-alto carico aerodinamico. I lunghi curvoni del tracciato spagnolo comportano delle regolazioni più morbide del gruppo sospensione. E’ necessario tuttavia trovare il giusto compromesso tra morbidezza e rigidità, per non perdere di precisione in entrata nelle curve veloci quali la 1, la 4, la 7 e la 9.
I valori in campo tra le scuderie di vertice potrebbero essere alterati. La gara spagnola infatti coincide solitamente con il primo grande step evolutivo delle monoposto. Quasi tutte le vetture vengono dotate di aggiornamenti aerodinamici e nella storia alcuni team si sono addirittura presentati con una versione B.
Stando a quanto si è visto nelle prime quattro gare, la Mercedes potrebbe giovare dell’ottima trazione della W10 per avere un vantaggio sugli avversari, in particolare nel terzo settore. La Red Bull invece si è dimostrata una vettura molto veloce in curva, ma con basse velocità di punta. La presenza di un solo rettilineo vero e proprio, di poco superiore al chilometro, è quindi una buona notizia per il team austriaco. Grazie ai lunghi curvoni del Montmelò la Red Bull potrebbe inserirsi nella lotta per la vittoria.
La Ferrari e la gestione delle gomme
La Ferrari merita un capitolo a parte. Le SF90 si sono rivelate molto veloci sul dritto, ma provviste di meno carico aerodinamico rispetto alle dirette concorrenti. Grazie allo studio delle telemetrie inoltre si è notata una velocità di percorrenza nelle curve lente di molto inferiore rispetto alla Mercedes. La configurazione della pista catalana vedrebbe quindi le rosse nettamente sfavorite sulla carta.
Oltre agli aggiornamenti tuttavia, c’è un altro fattore che potrebbe ridare speranza ai tifosi ferraristi.
Un altro dei problemi che affliggono la Ferrari 2019 è la difficoltà nel mandare in temperatura le gomme. La pista di Barcellona ha uno degli asfalti più abrasivi del calendario. Se da un lato questo comporta una maggiore usura degli pneumatici, dall’altro permette di raggiungere più facilmente la temperatura di esercizio delle gomme.
Proprio la grande usura degli pneumatici potrebbe essere una variabile per la gara. Sia in Cina che in Bahrain quasi tutti i team hanno optato per una strategia a due soste. Date le caratteristiche del tracciato catalano, la strategia più veloce potrebbe rivelarsi quella con il doppio pit-stop. A Barcellona tuttavia è difficile sorpassare e fermarsi potrebbe voler dire rimanere imbottigliato nel traffico. Si vedrà dunque se le squadre preferiranno gestire le gomme per effettuare una sola sosta e in tal caso chi sarà avvantaggiato.
Impianto frenante
Il Montmelò è un tracciato mediamente impegnativo per l’impianto frenante. In gara i freni vengono impegnati per il 16% del tempo, per un totale di 530 frenate e 69 tonnellate complessive sul pedale del freno.
La frenata più impegnativa è quella prima di curva 10, dove si raggiungono decelerazioni di -5,2 g. In queste occasioni il pilota deve esercitare sul pedale del freno una forza pari a 148 kg. La decelerazione media sul giro è invece di -4,5 g (dati Brembo).
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