Al contrario delle simulazioni che prevedevano vetture leggermente più lente di quelle del 2018, le Formula 1 del 2019 si sono dimostrate più veloci mediamente di oltre 4 decimi. F1 2019 vs 2018.
Nel 2017 la federazione ha introdotto un nuovo regolamento tecnico, con vetture caratterizzate da carreggiata ed ali più larghe e con un diffusore di dimensione maggiore. La Pirelli ha inoltre prodotto gomme anche esse più larghe rispetto alle precedenti. La combinazione di queste modifiche ha fatto sì che le monoposto fossero dotate di maggiore carico aerodinamico e grip meccanico. F1 2019 vs 2018.
I regolamenti introdotti nel 2017 hanno così portato alla nascita delle monoposto più veloci della storia. Il risultato è stato che tutti i record dei vari tracciati sono venuti giù di diversi secondi.
Nel 2018 non sono state apportate particolari modifiche. Le vetture sono risultate una naturale evoluzione di quelle dell’anno precedente e di conseguenza quasi tutti i record del 2017 sono stati abbattuti.
Per il 2019, la FIA ha invece deciso di mettere mano al regolamento tecnico, con l’obiettivo di diminuire la perdita di carico che una monoposto accusa quando ne segue un’altra da vicino, in modo da aumentare i sorpassi.
I cambiamenti hanno riguardato l’ala anteriore, più larga ma anche più semplice, la zona del condotto dei freni anteriori, ora molto più semplice, i bargeboards e l’ala posteriore. Secondo le simulazioni, le monoposto del 2019 avrebbero dovuto essere più lente mediamente di 1.5 secondi rispetto a quelle del 2018. Ed invece, arrivati alla pausa estiva, ci ritroviamo con i nuovi bolidi che hanno distrutto quasi tutti i record della pista già battuti l’anno scorso.
Nelle prime dodici gare ed altrettanti circuiti, sono ben dieci i record della pista già caduti. Hanno resistito soltanto i due crono con cui Sebastian Vettel aveva ottenuto altrettante pole nel 2018: quello dei circuiti di Shanghai ed Hockenheim.
La lunghezza media delle piste affrontate fino adesso è di 4.961 chilometri. Se consideriamo dunque la lunghezza media, il guadagno delle vetture 2019 rispetto a quelle della passata stagione è di oltre 4 decimi, 440 millesimi per la precisione.
La più grande differenza si è avuta sul circuito del Paul Ricard, dove Lewis Hamilton ha abbassato di 1.7 secondi la pole ottenuta da lui stesso l’anno scorso.
Per quanto riguarda la gara dell’Hungaroring, è stata presa in considerazione la terza sessione di libere. Le qualifiche del gran premio d’Ungheria del 2018 si erano infatti svolte sotto la pioggia. Ma l’1:14.572 con cui Max Verstappen ha ottenuto la pole è davvero un tempo rimarchevole, ad una media oraria di oltre 211 km/h. Davvero impressionante per un circuito tortuoso come quello ungherese. Tale risultato non è altro che un’ulteriore conferma del fatto che le F1 2019 siano davvero le monoposto più veloci di sempre.