Lewis Hamilton ha di recente parlato di nuovo di salute mentale, raccontando di come ha sofferto di depressione già da ragazzino.
Lewis Hamilton ha parlato apertamente dei suoi problemi di salute mentale in un’intervista con il Sunday Times. Il sette volte campione del mondo ha ricordato il periodo difficile della sua infanzia, quando cercava di trovare un equilibrio tra la pressione per le corse e il bullismo che subiva a scuola.
Ed è in quel periodo, quando aveva 13 anni, che è subentrata la depressione. Il britannico ha rivelato di aver iniziato a meditare durante la pandemia di Coronavirus perché “inizialmente faceva fatica a calmare la mente”, ripensando a come si sentiva quando era più giovane.
Le sue parole hanno colpito Mind, un ente di beneficenza che si occupa di salute mentale.
“Siamo grati a Lewis Hamilton per essere così aperto e aver condiviso la sua esperienza con la depressione, e l’impatto che il razzismo ha avuto su di lui nel corso degli anni”, ha dichiarato Joe Levenson, capo dei media di Mind, come riportato da Autosport.
“Parlando e raccontare la propria esperienza può aiutare a normalizzare queste conversazione e sfidare lo stigma che spesso circonda la salute mentale.” Mind sa che “quando una figura pubblica ne parla apertamente, ciò può avere un impatto potente”, specialmente sui giovani.
Un adolescente che si confronta con queste problematiche sarà più invogliato a volersi confidare se a farlo è il suo idolo, o un personaggio famoso che ammira. La salute mentale, infatti, è ancora oggi considerata un tabù.
“La nostra ricerca ha dimostrato che uno su cinque persone hanno iniziato a parlare di salute mentale dopo aver sentito che una celebrità, o un personaggio pubblico, ha condiviso la propria esperienza”, ha spiegato Levenson ad Autosport.
Crediti immagine di copertina: F1InGenerale
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