Fernando Alonso ha parlato di come per le nuove generazioni sia più facile guidare una monoposto di F1.
Quanto è cambiato il pinnacolo del motorsport in 23 anni? Secondo il due volte campione del mondo spagnolo, tantissimo. Alonso ha infatti evidenziato come oggi manchi “dell’eroismo” in F1 dato che le macchine sono molto più facili da guidare.

Il paragone tra presente e passato è un discorso che ricorre spesso. Naturalmente è difficile confrontare ere diverse. Il progresso e la tecnologia hanno portato a soluzioni che prima erano impensabili.
D’altra parte è innegabile che prima le vetture fossero più difficili da guidare. Nessun aiuto elettronico, macchine nervose che esaltavano l’abilità del pilota.
Sull’attuale griglia di partenza, chi meglio di Fernando Alonso può spiegare il processo evolutivo che la F1 ha affrontato. Lo spagnolo ha infatti esordito in Minardi nel lontano 2001 e fino, almeno, al 2026 sarà ancora in attività.
Il due volte campione del mondo, in un’intervista rilasciata al Times, ha parlato di come oggi manchi eroismo in F1 e di come i giovani siano facilitati nella guida delle monoposto.
Non è più la F1 degli eroi?
“Per i piloti di questa generazione è più facile guidare le auto di F1″. ha spiegato Alonso. “Prima invece era più eroico”.
“È una sensazione strana, non triste, ma ricordo che quando ho fatto il mio debutto e sono venuto ad un evento, ho visto questo rispetto nei miei confronti. Ero uno di quegli eroi che guidavano queste auto superveloci”.
“Ora, quando c’è un giovane pilota che debutta a 16 o 17 anni, sembra che sia più facile per tutti. Abbiamo perso un po’ di quell’eroismo che avevamo prima”.
“Ricordo che quando sono arrivato in Formula 1 20 anni fa, l’ingegnere non era in grado di spiegarmi nulla della macchina. I piloti dovrebbero essere in grado di sapere come guidare la macchina”.
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Per Alonso è cambiato anche il modo di approcciare il weekend di gara. L’avvento dei simulatori ha infatti permesso ai piloti di arrivare già pronti, rendendo “inutile” la tradizionale track walk.
“Non avevamo simulatori. Ogni pista che frequentavo dovevo impararla il giorno prima camminando”.
“Ora i piloti sono molto ben preparati. Hanno 200-300 giri sul circuito che percorreranno. Conoscono perfettamente ogni dosso, ogni curva, ogni cordolo”.
“I team sono ora molto più sofisticati”, ha concluso Alonso. “Possono dire al pilota come frenare in quella curva, come scaldare le gomme, come prepararsi per le qualifiche e come guidare in gara”.
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Copertina © Getty Images