Felipe Massa contro Ferrari, Alpine e Briatore per il caso Crashgate 2008.
Felipe Massa vuole a tutti i costi vincere il caso Crashgate 2008. Lo scandalo gli costò il titolo Mondiale. Per farlo, l’ex pilota brasiliano ha avviato azioni legali che rischiano di avere forti ripercussioni.
Dopo aver chiesto il sostegno di Lewis Hamilton (che in quell’anno vinse il Mondiale), il team legale di Massa ha avviato azioni legali anche a diverse parti coinvolte nel caso.
In primis, la Ferrari, il team con cui Felipe ha corso nel 2008, e l’Alpine (il nome attuale dell’ex team Renault). Tra i nomi spunta anche quello dello sponsor principale della Renault nel 2008, ING, l’ex team manager Flavio Briatore, il direttore tecnico della F1 Pat Symonds (allora direttore esecutivo dell’ingegneria della Renault) e il direttore sportivo della FIA Steve Nielsen (ex direttore sportivo della Renault).
Gli avvisi sono stati divulgati alla stampa e istruiscono tutte le parti che hanno il dovere nei confronti del tribunale di garantire la conservazione di qualsiasi documentazione rilevante che potrebbe essere usata ai fini del procedimento penale.
Un avviso di conservazione è un’istruzione per garantire che la documentazione non venga cancellata, distrutta, alterata o annotata in alcun modo.
Nella documentazione sono inclusi anche sponsorizzazione, clausole, rinnovi, comunicazioni con la FOM e la FIA sugli eventi del 2008 e ’09.
E’ possibile cambiare il risultato di un Mondiale?
Felipe Massa crede fermamente di poter ottenere quel titolo che gli è stato tolto, portando alla luce il caso Crashgate 2008, che ormai ben conosciamo. Tuttavia, la possibilità di ribaltare quel risultato non è scontata.
All’epoca non si fece alcun ricorso per l’incidente di Singapore, che ha poi di fatto compromesso la gara di Massa e la sua possibilità di vincere il titolo mondiale.
Se il brasiliano riuscisse a vincere, si creerebbe un caso senza precedenti. Si andrebbe infatti ad aprire le porte ad altri episodi simili. Come l’esito del Mondiale 2021, assegnato a Max Verstappen dopo la controversa gara ad Abu Dhabi.
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