Nel prossimo weekend si correrà il GP d’Italia sul circuito brianzolo, il quale celebrerà i 100 anni dalla sua nascita. Proprio a Monza, nel 1979, Jody Scheckter e Gilles Villeneuve scrissero una delle pagine più belle della storia della Ferrari.
Auguri Monza! Il Tempio della Velocità ha raggiunto il memorabile traguardo di un secolo di età. Tragedie funeste e imprese memorabili hanno caratterizzato la storia dell’autodromo brianzolo, sempre presente nel calendario di Formula 1 dal 1950, fatta eccezione solo per il 1980. Vicende che spesso e volentieri hanno a che vedere con la Ferrari. Ed è proprio una di queste pagine che oggi vorremmo raccontare, così da celebrare nel migliore dei modi questo importante anniversario.
Siamo nel 1979 e, in quell’annata, Enzo Ferrari è deciso a dare la caccia alla Lotus che, nella stagione precedente, aveva dominato la scena con il modello 79, la prima wing car della storia. Confermato Gilles Villeneuve, l’argentino Carlos Reutemann decide di emigrare proprio alla Lotus e viene sostituito da Jody Scheckter. Il 29enne sudafricano ha già alle spalle un ottimo bagaglio di esperienza in Formula 1: è giunto terzo nei campionati 1974 e 1976 con la Tyrrell e secondo nel 1977 con la Wolff e arriva a Maranello con il chiaro intento di fare finalmente suo il titolo iridato.
Tra i due piloti del Cavallino si instaura subito un profondo rispetto. Anzi di più: tra Jody e Gilles è vera e propria amicizia. Qualcosa che è davvero difficile da trovare tra due piloti, a maggior ragione se compagni di squadra. Amicizia che culminerà a Monza, nell’appuntamento decisivo per l’assegnazione del titolo.
Il campionato 1979 però non comincia nel migliore dei modi. La nuova Ferrari non é ancora pronta e i due alfieri della Rossa sono costretti a iniziare la stagione con la 312 T3 del 1978. Le prime due gare in Argentina e Brasile sono dominate dalla Ligier motorizzata Ford-Cosworth di Jacques Laffite, mentre Scheckter e Villeneuve arrancano nelle retrovie. Finalmente per la terza gara, la nuova 312 T4 è pronta a debuttare. Dal punto di vista puramente estetico verrà ricordata come una delle vetture peggiori nella storia della Scuderia, non a caso subito ribattezzata “pantofola”. Brutta sì, ma veloce! Maledettamente veloce! L’arma adatta per dare la caccia a Laffite e alla Ligier.
E così, in Sudafrica e a Long Beach, terza e quarta gara del mondiale, arrivano immediatamente due doppiette Ferrari! In entrambe le occasioni è Villeneuve a prevalere su Scheckter. Ma il sudafricano non vuole essere da meno del compagno di squadra: vince in Belgio, a Zolder, e due settimane dopo fa suo anche il GP di Monte Carlo, prendendosi la vetta della classifica.
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Con il trascorrere della stagione emergerà poi il diverso approccio che i due hanno con le corse, il quale risulterà decisivo per l’assegnazione del mondiale. Jody Scheckter ha un obiettivo chiaro: vincere il titolo piloti. Così, da perfetto calcolatore, cerca di massimizzare in ogni gara il potenziale della vettura per portare a casa più punti possibili. Una sorta di Lauda 2.0. Il sudafricano giunge quarto in Spagna, Germania ed Austria e quinto a Silverstone.
Gilles Villeneuve corre invece ogni gara per dimostrare di essere il più veloce ed alterna così grandi exploit a pesanti ritiri. La lotta per la seconda posizione con la Renault di Arnoux negli ultimi 3 giri del GP di Francia a Digione è ancora oggi ricordata come il duello più entusiasmante nella storia della Formula 1.
Nel GP d’Olanda è in seconda posizione quando, al giro 10, sorpassa la Williams di Alan Jones con uno spettacolare attacco all’esterno della curva Tarzan. Per Gilles è la grande occasione che stava aspettando: il mondiale può essere ancora suo. Comanda buona parte della corsa ma, dopo 46 giri, lo pneumatico posteriore sinistro si dechappa e la Ferrari finisce in testacoda. Nel tentativo di tenere dietro la Williams dell’australiano, il franco-canadese aveva stressato eccessivamente le gomme della sua Ferrari. Il canadese torna ai box su tre ruote ma per lui è la fine della gara ed anche dei sogni iridati.
Scheckter taglia il traguardo di Zandvoort in seconda posizione e così i giochi in casa Ferrari sono ormai fatti. Con i suoi 32 punti, Gilles Villeneuve è ormai lontano dai 44 del compagno di squadra. Gli ordini impartiti per lui dal Drake sono chiari: nelle ultime gare dovrà aiutare Scheckter a conquistare il titolo piloti. Jacques Laffite, che di punti ne ha 36, rappresenta infatti ancora una minaccia.
Il 9 settembre si corre a Monza il Gran Premio d’Italia, tredicesima e terzultima prova del mondiale. In prima fila prendono posto le gialle Renault turbo di Jabouille e Arnoux, su un circuito che notoriamente favorisce la potenza dei motori sovralimentati. Subito dietro c’è la Rossa di Jody Scheckter, sulla terza casella della griglia. Villeneuve parte quinto, Laffite settimo.
Al via le due vetture di Maranello sono dei fulmini! Scheckter passa le due Renault e prende la testa davanti ad Arnoux. Villeneuve è subito dietro, in terza posizione. Parte bene anche Laffite che guadagna tre posizioni ed è quarto. Al passaggio successivo, Arnoux sfrutta tutti i cavalli del suo motore turbocompresso e prende il comando ai danni di Scheckter. Il suo propulsore sovralimentato si dimostra però fragile e lo abbandona già al giro 12. Le due Ferrari conducono così la corsa davanti a Laffite. Classifica che rimane invariata per diversi giri.
Con questa situazione il mondiale resterebbe ancora aperto, ma ecco che al giro 42 la fortuna gira a favore della scuderia del Drake. Un guasto al motore Ford-Cosworth della Ligier costringe Laffite al ritiro. Con il francese fuori dai giochi, adesso è tutto nelle mani di Villeneuve. Il canadese è velocissimo e molto vicino al suo compagno di squadra ed ha nelle mani la grande occasione di superarlo e tenere ancora aperto il mondiale.
Ma Gilles Villeneuve, l’acrobata, l’uomo che spreme sempre la vettura al limite, per un giorno mette da parte il suo orgoglio, dimostrando grande attaccamento alla Ferrari e soprattutto rivelandosi persona leale. Il canadese rispetta gli ordini impartiti da Enzo Ferrari e rimane alle spalle di Scheckter, seguendolo come un’ombra. Così, come un fedele scudiero, scorta il suo compagno fino al traguardo. Primo Scheckter, secondo Villeneuve. Jody Scheckter e la Ferrari sono campioni del mondo e Monza è letteralmente in visibilio!
Resterà quello l’ultimo mondiale piloti vinto dalla Ferrari per 21 anni, prima dell’avvento di un certo Michael Schumacher.
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