Il 13 gennaio 1974 si corse il GP di Argentina che vide il debutto di Niki Lauda a bordo di una Ferrari.
Il 13 gennaio 1974 si corse a Buenos Aires, molto lontano da Maranello. Quello fu un anno di rivoluzione per il Cavallino Rampante con il Drake Enzo Ferrari che inserì in squadra Mauro Forghieri, il 26enne Luca Cordero di Montezemolo, Clay Regazzoni ed un giovane Niki Lauda, il cui debutto in F1 era avvenuto nel 1971. A Maranello erano chiamati a riscattare la pessima annata del 1973 dove la monoposto non era stata assolutamente all’altezza.

L’arrivo in Ferrari
La scelta di prendere Lauda in Ferrari non fu esente da critiche. Fino a quel momento infatti l’austriaco non aveva mostrato prestazioni che potevano giustificarne l’ingaggio. Fu Clay Regazzoni a giocare un ruolo fondamentale per portarlo a Maranello. Il pilota svizzero infatti tornò in Ferrari nel 1974 dopo un anno in BRM dove aveva avuto proprio Lauda come compagno di squadra. I due si stimavano molto, come rivelò anche il Drake in un’intervista.
Nella testa di Regazzoni il giovane austriaco era il compagno perfetto e lo disse ad Enzo Ferrari. Infatti in BRM era riuscito a batterlo facilmente ed in più poteva sfruttare l’incredibile abilità di Niki nel sviluppare la monoposto. Con il senno di poi per lo svizzero quella non fu la scelta migliore.
Il primo test di Lauda sulla Ferrari 312B3 non andò benissimo. L’austriaco infatti parlò al Corriere dicendo: “La prima prova a Watkins Glen è stata abbastanza deludente“. La leggenda però racconta che Niki si rivolse a Piero Ferrari con termini più coloriti quando quest’utlimo gli chiese come fosse la macchina. “È una merda“ avrebbe detto l’austriaco.

In Argentina la prima gara di Niki Lauda in Ferrari
La macchina del ’74 fece subito capire di essere molto meglio di quella dell’anno precedente. Nelle libere di Buenos Aires le due Ferrari fecero segnare infatti il primo e quarto tempo. In qualifica invece Regazzoni si fermò al secondo posto mentre Lauda fece ottavo, ad un secondo dalla pole position di Ronnie Peterson.
Il primo giro di quella gara fu un vero caos. Ci fu un contatto tra Peter Revson e Mike Hailwood con il primo che rimase di traverso sul tracciato. Molti piloti dovettero evitare l’impatto ma non tutti ci riuscirono. Regazzoni finì in testacoda e fu costretto ad una gara di rimonta. Lauda riuscì a passare indenne. “Ho avuto la fortuna di passare alla prima curva dopo il grosso casino” raccontò l’austriaco nel post gara.
Al penultimo giro la classifica vedeva Denny Hulme al comando davanti al pilota di casa Carlos Reutemann e Niki Lauda. Il pilota argentino però finì la benzina e fu costretto a ritirarsi. Il GP di Argentina si concluse quindi con due Ferrari sul podio, Lauda secondo e Regazzoni terzo dopo una grande rimonta.
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Quello che subito colpì del debutto di Niki Lauda in Ferrari fu la sua perfezione. Non commise nessun errore o sbavatura su una macchina completamente nuova. L’austriaco commentò in modo molto tranquillo la sua prestazione: “Non volevo strafare”. Anche Montezemolo, all’epoca direttore sportivo, fu molto colpito da quello che fece Lauda. “Ha dimostrato di essere all’altezza dei migliori. Sono fiducioso”.
La storia poi ci dirà che aveva ben ragione di esserlo. 15 vittorie, 32 podi e 23 pole position, questi i numeri di Lauda in Ferrari. Il primo successo arrivò nel GP di Spagna di quello stesso anno. Nel 1975 e 1977 l’austriaco si laureò campione del mondo con la Rossa. Probabilmente avrebbe vinto anche nel ’76 se non fosse stato per quel tragico incidente del Nürburgring.
I rapporti tra Niki e la Ferrari si ruppero alla fine del ’77. “Ho deciso che per voi non corro più” disse Lauda ad Enzo dopo aver già firmato un accordo con la Brabham. L’austriaco non corse nemmeno le ultime due gare del ’77. Al suo posto arrivò un altro pilota che rimarrà per sempre nei cuori dei tifosi della Rossa, Gilles Villeneuve.
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Copertina: Imago