Formula 1

F1 | Perché il ruolo di Jessica Hawkins è importante per le donne che vogliono entrare in Formula 1

Jessica Hawkins ha aperto le porte alle donne in Formula 1, ma il percorso per l’inclusività è ancora lungo.

Partiamo così: le donne in Formula 1 non ci sono. O meglio, ci sono state, in un lontano passato, prima che diventasse uno sport esclusivamente maschile.

In oltre settant’anni di Formula 1, solo due donne hanno fatto la storia. La prima è l’italiana Maria Teresa De Filippis, prima a qualificarsi per un Gran Premio di F1. Il suo esordio risale al 1958 in occasione del GP di Monaco. La seconda è la connazionale Lella Lombardi, che vent’anni dopo fu la prima donna ad aver raggiunto la zona punti.

Maria Teresa De Filippis, una delle prime donne in Formula 1 – Photograph: ANL/Rex/Shutterstock

Ci furono altre tre donne che ebbero l’onore di guidare una macchina di Formula 1, nello specifico: l’inglese Divina Galica, la sudafricana Desiré Wilson, e l’italiana Giovanna Amati. Negli anni successivi, l’oblio.

Negli ultimi tempi si è cercato di dare l’opportunità alle donne di entrare in Formula 1. Ricordiamo la W Series, un campionato nato per incoraggiare la partecipazione femminile nello sport. Dopo la sua conclusione anticipata, dal 2022 è stato sostituito dalla F1 Academy, che si pone lo stesso obiettivo.

La svolta c’è stata nel settembre di quest’anno. Jessica Hawkins, pilota e stunt driver, è salita per la prima volta al volante di un Aston Martin per dei test drive sul circuito dell’Hungaroring. La pilota ha corso 26 giri a bordo dell’AM21, la monoposto da gara del 2021. L’ultima volta che ha una donna ha fatto dei test drive per una scuderia di Formula 1 risale al 2018, con Tatiana Calderon per l’Alfa Romeo.

La F1 Academy, una speranza per lo sport al femminile

Nonostante la Hawkins abbia raggiunto un traguardo importante per la serie femminile nello sport, la strada per l’inclusività è ancora lunga. La pilota stima che ci vorranno almeno due o tre anni prima di vedere una donna gareggiare nella categoria massima. Tuttavia si augura che la F1 Academy riesca a creare la giusta opportunità per le giovani donne che intendono intraprendere questa carriera nel motorsport.

“Credo che possiamo gareggiare contro gli uomini”, ha dichiarato al podcast di Sky F1. “Se abbiamo bisogno di un campionato in cui le donne corrono tra donne, allora così sia, se è ciò di cui abbiamo bisogno per aumentare la visibilità.”

Più pessimista, invece, Susie Wolff (moglie di Toto Wolff, TP Mercedes, ndr). L’amministratrice delegata della F1 Academy afferma che potrebbero volerci addirittura dieci anni per vedere una donna su un sedile di Formula 1.

Jessica Hawkins, tuttavia, ha sottolineato come ci siano stati progressi negli anni, e che oggi ci sono molte donne che lavorano Formula 1: “La quantità di donne nel nostro box è incredibile. Stiamo facendo passi nella giusta direzione, ma dobbiamo continuare a spingere perché non è ancora il nostro momento.”

Il contributo della Hawkins è importante per le donne che vogliono entrare in Formula 1. La pilota si sente “orgogliosa” per aver ispirato la sua generazione a chiedere un cambiamento radicale. Care donne, un primo passo è stato fatto. Ora, bisogna solo portare pazienza.

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