Il team di Milton Keynes a Singapore è stato penalizzato da una Safety Car uscita nel peggior momento possibile.
Red Bull in difficoltà ma anche molto sfortunata nel GP di Singapore. La Safety Car ha infatti complicato la strategia di Verstappen e Perez che avevano iniziato la gara con gomma hard. Ma andiamo a ricostruire quello che è successo e capire perché le due RB19 non si siano fermate per il pit stop in regime di Safety Car come invece hanno fatto i rivali.
Siamo al giro 19 quando Logan Sargeant mette la sua Williams contro il muro in curva 9. Fortunatamente per lui riesce a riprendere la via della pista ma, tornando ai box, lascia dietro di sé numerosi detriti. La direzione gara decide dunque di mandare in pista la Safety Car per pulire il tracciato. Quasi tutti i piloti ne approfittano per effettuare il pit stop e perdere il minor tempo possibile ma non i due Red Bull che decidono di restare in pista. Verstappen e Perez salgono così rispettivamente in seconda e quarta posizione ma alla ripartenza vengono facilmente superati dai rivali con gomma nuova. Il pit stop per i due Red Bull arriverà al quarantesimo giro che rientreranno in pista in quindicesima e diciassettesima posizione. Ma perché Red Bull ha optato per questa strategia?
Red Bull sfortunata nel tempismo
In realtà sarebbe stato difficile fare qualcosa di diverso. La Safety Car è entrate in pista nel peggior momento possibile per la Red Bull. Essendo partiti con gomma hard, il piano era quello di estendere il primo stint per poi montare gomma media verso fine gara. La neutralizzazione al ventesimo giro ha notevolmente complicato questo piano. Se Red Bull si fosse fermata, avrebbe dovuto per forza di cose fare una strategia a due soste. Infatti, avendo iniziato la gara con gomma bianca, se avessero montato un’altra hard avrebbero dovuto comunque fermarsi di nuovo in quanto il regolamento impone l’utilizzo di due mescole diverse in gara. Se invece avessero montato una gomma media, avrebbero comunque dovuto effettuare un’altra sosta in quanto la gomma non sarebbe durata fino a fine Gran Premio.
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Molto sfortunata nel tempismo dunque la squadra austriaca, che è stato ottimo invece per i rivali. Per Red Bull sarebbe stato ottimale avere una Safety Car intorno al 40esimo giro. Questo avrebbe consentito ai due piloti di montare una gomma nuova e ricompattarsi con il gruppo per la battaglia finale. Il passo di Verstappen infatti era molto buono nelle ultime fasi di gara. Un’ulteriore “sfortuna”, se così vogliamo chiamarla, è stata la Virtual Safety Car uscita solo un paio di giri dopo il pit stop dei due Red Bull. Anche in questo caso il giusto tempismo avrebbe permesso a Perez e Verstappen di risparmiare tempo nella sosta.
Un weekend difficile e anche sfortunato dunque in casa Red Bull che però è pronta a riprendersi già a Suzuka il prossimo weekend.
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Credits copertina: Getty Images / Red Bull Content Pool