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F1 | Perché Verstappen ha evitato la penalità in Messico? La FIA trova un compromesso

L’impeding in pit-lane in Messico non porta a conseguenze: perché Verstappen non è stato (di nuovo) penalizzato?

Convocato dai commissari per discutere l’impeding in pit-lane, Verstappen ha ottenuto la “grazia” degli steward e non sarà penalizzato sul griglia in Messico: scopriamo perché.

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(Photo by Rudy Carezzevoli/Getty Images)

L’olandese della Red Bull è stato convocato dagli stewards alle ore 17.00 messicane, l’1.00 della notte italiana. Max si è presentato nell’ufficio dei commissari per scagionarsi dall’accusa di impeding.

Quanto accaduto è da ricercare nelle prime fasi delle qualifiche di Città del Messico. Il Q1 ha portato ad un innumerevole quantità di investigazione, tra cui anche quella del campione del mondo. Alle sue spalle – in pit-lane – erano presenti Russell e Alonso. Entrambi sono stati investigati, entrambi “prosciolti”.


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Verstappen, analogamente a quanto successo a Singapore, ha indugiato fermo all’uscita della corsia box per alcuni istanti. Così facendo il pilota della Red Bull ha provocato una coda d’auto alle proprie spalle che sgomitavano per accedere al tracciato.

Richiamato per non aver rispettato le Note del Direttore di Gara del GP del Messico, Max Verstappen non è alla fine stato penalizzato. La FIA ha spiegato il perché.

Il documento che scagiona Verstappen spiega: “I Commissari Sportivi hanno preso atto in particolare delle testimonianze dei piloti delle vetture 1, 14 e 63. Inoltre hanno notato che molte altre vetture hanno rallentato all’uscita dei box o nella corsia di accelerazione che porta alla linea della SC2.

La FIA scende a un compromesso

Si legge nel foglio: “I Commissari Sportivi ritengono che l’intera serie di episodi si sia verificata come diretta conseguenza dell’applicazione del tempo minimo di percorrenza tra la SC2 e la SC1, che è stato implementato (correttamente, a nostro avviso) per evitare pericolosi rallentamenti delle vetture sul circuito durante le qualifiche.”

“Notiamo che ci sono esigenze contrare per i piloti, che devono rispettare il tempo minimo. Provano a creare dei distacchi gestibili dalle vetture che precedono, ma devono anche evitare di fermarsi inutilmente all’uscita dei box o di andare inutilmente piano.”

La nota prosegue: “È stato inoltre osservato in particolare che il direttore di gara ha accettato l’esistenza di questi requisiti contrari. Tutte le parti in causa, compresi i Commissari Sportivi, sono fermamente convinte che sia meglio avere la possibilità che le auto si fermino nella corsia dei box o all’uscita dei box, invece di una situazione potenzialmente pericolosa con grandi differenze di velocità in pista.”

Alla ricerca della soluzione sconosciuta

“Riteniamo che tutti i piloti coinvolti in questi incidenti abbiano agito in buona fede e con la priorità della sicurezza. Accettiamo anche che la Direzione Gara abbia ha adottato l’approccio corretto nell’applicare il tempo minimo sul giro. È auspicabile che si trovi una soluzione migliore per l’uscita dai box, ma in questa fase non si sa quale sia, è sconosciuta. Alla luce di tutto questo, i commissari non intraprendono alcuna ulteriore azione.”

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