In attesa di conferme sul calendario 2020, indiscrezioni dal paddock del GP di Ungheria indicano che i giorni di test pre-stagionali in pista verrano sensibilmente ridotti. In una decade in cui la simulazione sembra aver preso il sopravvento, però, i piloti non accettano di buon grado l’ennesimo taglio alle ore in pista. Sentiamo cosa hanno da dire. f1 test
“Siamo già ai minimi storici” f1 test
Il pilota a esprimere le parole più dure al riguardo è sicuramente Daniil Kvyat, impegnato peraltro al simulatore Ferrari nella stagione 2018. In conferenza stampa, il pilota Toro Rosso si dice totalmente in disaccordo su una possibile riduzione: il calendario 2020 sembra prevedere solo sei giorni di test.
“Ad essere onesti, abbiamo gia’ troppo poco testing. Dovremmo fare più pista che simulatore. Non sono d’accordo al 100%. Quello che stiamo facendo ora è il minimo storico dal punto di vista di un pilota. Questo non è quello che dovrebbe essere la Formula 1. Dovremmo guidare. Questo è l’unico sport dove si fa così poca pratica al di fuori del weekend di gara. Abbiamo bisogno di questo. Non sto dicendo di fare quanto era in passato, ma non dovremmo accontentarci di meno di quanto abbiamo adesso”.
Duro anche Romain Grosjean, che evidenzia i vantaggi dei test invernali anche per il pubblico.
“Due volte quattro giorni era già molto poco. I test invernali sono fantastici: Per le squadre, per i tifosi, per tutti. I tifosi possono venire, possono vedere molto di più. Penso che i test invernali siano utilissimi. Non sono favorevole a ridurli”.
La prospettiva dei giovani
Anche piloti meno navigati di Kvyat e Grosjean, come Gasly e Norris, hanno evidenziato un ulteriore svantaggio che deriverebbe da questo taglio al tempo in pista. I nuovi arrivati, infatti, potrebbero risentirne in esperienza. Così Gasly.
“Penso che si debba trovare un compromesso per chi lavora. Alla fine ci vogliono molte persone per far funzionare la vettura, meccanici, ingegneri per preparare tutto. Penso che in passato sia stato chiaramente molto più intenso e probabilmente troppo. Ora penso che otto giorni siano una buona via di mezzo, quindi non mi accontenterei di meno”.
Di avviso simile Norris, che mette in luce le difficoltà dei “novellini” con così poca azione in pista. f1 test
“Imparare a conoscere la risposta della vettura negli stint lunghi e in quelli da qualifica è importante. Per un rookie penso che lo sia anche di più. Ovviamente l’anno prossimo non sarò un debuttante, quindi non sarà così importante, ma se c’è un altro giovane in arrivo [il taglio] non farà altro che rendergli la vita più difficile.”
Le conferme sul calendario 2020 tardano ad arrivare, con buona pace dei tifosi. I piloti, però, sono già in fermento.