Il meteo “pazzo” del GP di Silverstone ha costretto i team ad adattare le strategie in corso d’opera, ecco l’analisi delle scelte intraprese.
Asciutto-bagnato-asciutto è stato il meteo del GP di Gran Bretagna, con i team che hanno dovuto adattare le strategie a condizioni molto variabili e poco certe. I punti chiave della gara di Silverstone dal punto di vista dell’analisi delle strategie sono stati 3: passare da slick a inter, ritornare sulle slick e, contestualmente, che mescola scegliere. Andiamo a ripercorrere le singole fasi della corsa.

PRIMA PARTE: passaggio dalle slick alle intermedie
Nonostante uno scroscio improvviso di pioggia a circa tre quarti d’ora dalla partenza, la gara è iniziata sull’asciutto, con tutti i team dunque su gomme slick. La mescola più diffusa è stata di gran lunga la media, tranne per Ocon e Zhou che hanno diversificato scegliendo la soft e Perez la hard. Nonostante Pirelli indicasse, in una gara asciutta, la soft come gomma migliore al via, le chance di pioggia hanno sicuramente indotto le squadre a preferire una mescola più consistente, in caso fosse stato necessario tardare la sosta.
Dopo una decina di giri, si è verificata la prima pioggia leggera, seguita da una più consistente intorno al giro 18. Quest’ultima ha indotto ben 4 piloti ai box, tra cui Leclerc e Perez in evidente ricerca di un jolly per risalire la classifica. Tuttavia, questa scelta si è a posteriori rivelata troppo frettolosa in quanto tale precipitazione è cessato poco dopo. La pioggia più duratura che i team aspettavano è invece arrivata ben quasi 10 giri dopo. Dunque, nel mentre, chi era già entrato ai box, si è trovato a girare con intermedie su pista asciutta, andando a consumare la caratteristica scanalatura dei pneumatici da bagnato. Per tale motivo, quando la vera fase bagnata della gara è arrivata, tali piloti hanno dovuto cambiare nuovamente i pneumatici, andando dunque ad effettuare una sosta in più della concorrenza.
In quel frangente, i pit stop per passare alle intermedie sono stati tutti fatti dal giro 26 al 28. Il coraggio di prendere l’iniziativa ha in quel caso pagato in quanto chi è entrato per primo ha guadagnato del tempo su chi invece ha tentennato quel un paio di giri. In questo è da sottolineare, tra i top team, la prontezza di Ferrari con Sainz e Red Bull con Verstappen.

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SECONDA PARTE: ritorno sulle slick, che mescola?
Con la pioggia terminata a una ventina di giri dal termine il tema chiave è diventato il tempo di crossover per passare dalle gomme intermedie alle slick. Tale cambio non era affatto scontato in quanto il settore finale tardava ad asciugarsi, perciò c’erano condizioni di grip molto variabili sull’arco del giro. Di conseguenza, anche in questo caso, le squadre si sono molto affidate alla sensibilità dei piloti. La finestra in cui sono entrati tutti è stata nuovamente di soli 2 giri, dal giro 37 al 39. In questo caso sono stati i team delle retrovie a prendere l’iniziativa, con le vetture davanti che hanno preferito attendere almeno un giro per avere un riferimento.
Elemento di diversificazione è stata anche la mescola scelta per la parte finale di gara. Metà griglia ha optato per la soft, 6 piloti per la media e 2 per la hard. In questo caso nessuna scelta, nonostante la grande varietà, si è rivelata estremamente sbagliata, in quanto tutta la gamma di pneumatici Pirelli ha lavorato bene. Ad esempio, guardando i primi piloti, Hamilton ha vinto con la soft, Verstappen è stato estremamente veloce con la hard e la media ha funzionato anche bene su Piastri. Anche in questo caso molto hanno fatto le sensazioni dei piloti. Alcuni, dato l’esiguo numero di giri rimanenti, hanno scelto di avvalersi dell’extragrip fornito dalla soft, altri invece hanno preferito la consistenza di compound più duri.

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Crediti immagine di copertina: F1inGenerale.com