Prima di lasciare la Haas, Steiner venne messo alla porta dalla Red Bull.
Quando la Red Bull acquistò la Jaguar nel 2004, a Gunther Steiner fu offerto un ruolo come direttore delle operazioni tecniche.
All’epoca, Christian Horner era team principal della nascente scuderia. Ruolo che ricopre tutt’ora. Ed è lo stesso Horner a rivelare un interessante retroscena che riguarda quel periodo.

Per capire cosa accadde, bisogna fare un passo indietro. Negli anni ’90, Christian Horner aveva fondato e gestito il team Arden Formula 3000. Giovanissimo, cercava un modo per entrare in Formula 1 con la sua squadra, e ne parlò con Eddie Jordan. Tali colloqui non portarono a nulla di concreto, ma Horner trovò comunque ciò che cercava: diventare team principal della Red Bull.
“Helmut mi ha invitato a incontrare Dietrich a Salisburgo nell’estate del 2004″, ha ricordato l’ingegnere britannico in un’intervista con i.News.co.uk. “L’accordo con la Jordan non è avvenuto e la Red Bull ha acquistato la Jaguar. Dietrich mi ha invitato di nuovo alla fine del 2004 e mi ha chiesto di esserne il team principal.”
In quel periodo Gunther Steiner faceva parte del reparto tecnico, ma Horner aveva grandi ambizioni per la scuderia austriaca. Aveva messo gli occhi su un certo ingegnere che finora aveva progettato sei vetture campioni del mondo. Per Steiner non c’era più posto e quindi lasciò la squadra.
“Guenther era ed è un personaggio, ma era ovvio che non fosse un leader tecnico”, ha detto Horner nell’intervista. “Ho capito che ciò di cui il team aveva veramente bisogno era leadership e direzione tecnica. Quindi fin dall’inizio ho deciso di imbattermi in Adrian Newey”.
Dopo l’esperienza in NASCAR negli Stati Uniti, tornò in Formula 1 come team principal della Haas.
Da allora è diventato una delle figure più famose nel paddock di Formula 1. Gran parte del suo successo è dovuto alla docuserie Netflix Drive to Survive che lo ha praticamente reso una rockstar.
Il resto è storia: Steiner ha lasciato la Haas, e Ayao Komatsu è ora il nuovo team principal.
Crediti immagine di copertina: Sky Sports.
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