Dopo lo scandalo Horner, Jos Verstappen aveva avvisato che il team Red Bull sarebbe esploso.
Una situazione difficile, se non impossibile, da prevedere l’anno scorso. Da marzo, invece, abbiamo assistito a grossi cambiamenti in Red Bull ed ora Jos Verstappen potrà dire: “ve l’avevo detto”.
Il tutto è iniziato a Marzo con lo scoppio dello Scandalo Horner che ha scosso la squadra anglo-austriaca ed il paddock di F1. Dopo mesi di speculazioni e processi, il TP della Red Bull è stato assolto ma comunque qualcosa è cambiato.
Dopo la diffusione del materiale privato di Horner in Bahrain, c’era stato subito un forte scontro verbale proprio tra lui e Jos Verstappen. I due non se le sono certo mandate a dire, e le scorie sono arrivate fino al GP di Austria.
Le previsione di Jos
Il 3 marzo 2024, proprio durante il weekend di Sakhir, Jos Verstappen aveva parlato al Daily Mail di quanto stesse accedendo in Red Bull usando parole che, rileggendole oggi, si potrebbero definire profetiche.
“C’è tensione qui, mentre lui rimane in posizione”, aveva spiegato il padre di Max. “La squadra rischia di essere smembrata. Non può continuare così, esploderà”.
Alla luce dei fatti, Jos ha avuto ragione. A Milton Keynes hanno perso almeno tre figure chiave nel corso di questi mesi, tanto da obbligare la squadra ad una riorganizzazione interna.
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Il primo a lasciare, dopo 18 anni nel team, è stato Adrian Newey, che ha deciso di legarsi ad Aston Martin. Dopo di lui è arrivato il turno di Jonathan Wheatley che ha mollato il suo ruolo in Red Bull per diventare il TP di Audi. Infine, l’ultimo in ordine di tempo è stato il capo delle strategie Will Courtenay che assumerà il ruolo di direttore sportivo in McLaren.
Naturalmente nessuno, se non i diretti interessati, può dire che questi addii siano tutti legati a quanto successo nel caso Horner. Tuttavia, è innegabile che qualche spaccatura interna si sia creata.
Red Bull si trova quindi “smembrata” rispetto a come aveva iniziato la stagione e, ora lo possiamo dire, Jos Verstappen aveva avvertito tutti.
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Copertina © Reuters
