La Red Bull, orfana di Adrian Newey, ha ottenuto solamente una vittoria negli ultimi tre appuntamenti: il punto della situazione del dt Waché.
Fa strano pensare ad una Red Bull, team che ha dominato gli ultimi due mondiali, divenuta ora vulnerabile. Eppure il team di Milton Keynes, che a Imola ha salutato il “genio” Newey affidando il reparto tecnico al duo Waché – Balbo, ha saputo cogliere solamente un successo nelle ultime tre tappe mondiali.
I meriti sono senz’altro da riconoscere a Ferrari e McLaren. Entrambe le scuderie hanno aggiornato massicciamente le proprie vetture riuscendo a colmare il gap con la RB20.

Uno scenario inatteso, specie dopo i primi appuntamenti di un 2024 che lasciava presagire un nuovo dominio targato Max Verstappen.
A gettare acqua sul fuoco è proprio il direttore tecnico del team anglo-austriaco, Pierre Waché.
“Il team è pienamente concentrato sulle prestazioni della RB20“, spiega ad F1TV. Un approccio volto ad allontanare quelle voci che vorrebbero la scuderia già concentrata esclusivamente sui progetti futuri.
Addio Newey, Waché: “Piaceva a tutti. Ma noi restiamo concentrati”
E sull’addio di Newey, il francese tende a minimizzare.
“Come persona non si può negare piacesse a tutti. Ma con tutta onestà noi restiamo concentrati sul nostro lavoro“.
“Stiamo lavorando a tre vetture. E pensiamo già al 2026, ovviamente. L’idea è quella di guardare avanti così da poter anticipare alcuni problemi che potrebbero emergere“.
Proprio in occasione della rivoluzione regolamentare il team guidato da Horner affronterà una nuova sfida. Il 2026 rappresenterà, infatti, l’esordio del RB Powetrain, la power unit made in Milton Keynes.
“Il motore è una grande sfida per noi”, conferma Waché. “Ma i primi risultati sembrano promettenti. Il 2026 resta la sfida principale e non è semplice bilanciare le risorse tra progetti attuali e futuri“.
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