In questo inizio di campionato, la Haas è sicuramente il team rivelazione del campionato. A partire dalle eccellenti prestazioni dell’auto, che si è mostrata competitiva su quasi ogni tracciato, il team americano ha confermato le sensazioni che aveva lasciato nel corso dei test prestagionali disputati a Barcellona.
Vera sorpresa è anche Kevin Magnussen, capace di abbinare costanza e velocità, seppur ancora abbinate ad alcune scorrettezze più o meno gravi nel corso delle gare.
Ma c’è anche una sorpresa purtroppo negativa all’interno del team americano, ovvero le prestazioni sottotono di Romain Grosjean. La sua classifica recita ancora zero dopo cinque gran premi, bottino sconfortante viste le prestazioni della macchina e, soprattutto, rispetto a quanto fatto invece da Magnussen. Un rendimento inaccettabile, con un Grosjean che sembra stia tornando ad essere il pilota tanto criticato del passato.
Grosjean, pilota veloce e irruento
La carriera in F1 del francese (di adozione), inizia nel 2009 in occasione del Gran Premio d’Europa disputato a Valencia, chiamato a sostituire Nelson Piquet Jr dopo le negative prestazioni del brasiliano. Grosjean che ha mostrato ottima velocità nelle categorie minori abbinate a troppa irruenza, una costante che seguirà sempre il pilota nel corso della sua carriera. Debutta quindi a Valencia e disputa tutta la parte finale del 2009, non impressionando però i vertici della Renault che decidono di non confermarlo per la stagione successiva. Un debutto forse troppo prematuro, con le porte della F1 che sembrano chiudersi fin da subito per lui.
Tenta così di ricostruire la sua carriere tentando la fortuna in diverse categorie, nel turismo, partecipa anche alla 24 ore di Le Mans a bordo di una Ford GT e ripiega anche nell’Auto GP riuscendo a vincere il campionato. Torna anche nella GP2 disputando le ultime sei gare, trovando così un posto per la stagione 2011. Nel 2011 riesce a vincere il campionato cadetto, vittoria che gli spalanca le porte di un inaspettato ritorno in F1, ottenendo un ingaggio da parte della Lotus per il campionato 2012.
Foto F1.comIl ritorno in Formula 1
Nel 2012 Grosjean torna quindi in F1 affiancando Kimi Raikkonen, anche lui al ritorno nella massima formula, riuscendo anche ad ottenere il suo primo podio in Bahrain. Ma ancora una volta alterna velocità ad irruenza, che gli costano risultati importanti. È anche sfortunato nel GP d’Europa, dove stava disputando una gran gara che avrebbe anche potuto clamorosamente vincerla, salvo poi doversi ritirare per un problema tecnico. Ma è in occasione della partenza del GP del Belgio che tocca il suo punto più basso nella sua ancor breve carriera in F1. Realizza una pericolosa carambola, mettendo fine oltre alla sua gara, anche a quella di Lewis Hamilton e Fernando Alonso, arrivando a pochi centimetri dal casco del pilota spagnolo, sfiorando una tragedia.
Partenza GP Belgio 2012 – Foto: ilgiornale.it–
Dopo il misfatto, viene presa una punizione esemplare nei suoi confronti da parte della FIA, ovvero una gara di squalifica. Salta così il GP d’Italia a Monza e la sensazione è che la sua avventura in F1 sia nuovamente agli sgoccioli. Dopo Monza torna a Singapore, raccogliendo alcuni risultati onesti senza mettere in mostra prestazioni esaltanti, forse frenato dalla punizione ricevuta.
La sua permanenza resta a rischio, ma per sua fortuna il team decide di confermarlo per il 2013, probabilmente concedendogli l’ultima possibilità. Sa che non può più sbagliare, e forse questo lo frena nelle prime gare dove non riesce a rendere al meglio. Ma proprio quando ormai sembra essere in discussione ed escono voci di un suo possibile sostituto, torna sul podio in Bahrain, sua pista fortunata. Dopo altre gare non proprio esaltanti, nella parte centrale del campionato arriva la svolta. Lo troviamo sempre costantemente in lotta per il podio, spesso davanti anche al suo compagno di squadra Raikkonen, mostrando finalmente segni di miglioramento che non si erano ancora visti. Diventa pilota di punta per la squadra, vista l’assenza di Raikkonen negli ultimi gran premi e riesce a gestire questo nuovo ruolo in modo egregio.
Sembra davvero un pilota migliore e un uomo migliore. Nel 2014 è affiancato da un compagno che ha molte caratteristiche in comune con lui, ovvero Pastor Maldonado, vincendo il confronto con il venezuelano sia nel 2014 che nel 2015, nonostante una vettura che in questi anni non ha replicato le prestazioni degli anni precedenti ed un team che ormai è in una crisi finanziaria nera.
La rinascita in Haas
Sembra nuovamente essersi conclusa la sua avventura in F1, ma ecco che le porte restano aperte grazie a Gene Haas, che fa il suo ingresso in F1 nel 2016, scegliendo Romain come pilota di punta per questa sua nuova avventura in F1. La sua stagione parte in modo ottimo, ripagando la scelta del team americano, cogliendo un inaspettato quinto posto nella gara di esordio. Grosjean sembra finalmente essere un pilota vero, con la giusta esperienza e una buona velocità. Anche gli errori visti in passato sembrano essere spariti. Porta ancora punti per Haas nel corso della stagione, ma le prestazioni dell’auto vanno scemando durante l’anno anche a causa dell’inesperienza del team in F1.
Viene così confermato per il 2017, con la speranza di poter magari entrare in Ferrari dalla porta di servizio,;data la più o meno ufficiale affiliazione del team Haas con la Scuderia Ferrari. Il 2017 però non va come l’anno precedente, l’auto non è molto competitiva e Grosjean si perde nelle difficoltà del team. Porta ancora punti, ma tornano ad evidenziarsi le sbavature che lo avevano contraddistinto in passato.
E veniamo quindi al 2018. Sfortunato in Australia con il problema avuto nel pit stop, ma dopo il week;end australiano è letteralmente scomparso, abbinando gare anonime a gare dove ha commesso vere e proprie sciocchezze,;l’incidente sotto safety car a Baku, fino ad arrivare alla follia di ieri. Si è rivisto probabilmente il Grosjean di Spa 2012, un pilota pericoloso e inutile alla squadra.
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Come detto, il potenziale dell’auto quest’anno sembra essere importante, quindi Romain non ha più scuse e deve sicuramente migliorare il suo rendimento,;mostrando le sue qualità migliori che lo hanno visto battagliare anche per posizioni di vertice.
Potrebbe trattarsi davvero della sua ultima possibilità per colui che ne ha avute tante in passato,;dimostrando di saper ripartire ogni volta quando tutto invece lasciava presagire ad un suo addio definitivo dalla F1. La speranza è che riesca a sfruttare al meglio questa ultima occasione, altrimenti sarà giusto lasciare spazio ad altri piloti.