Flavio Briatore ha raccontato che Schumacher considerò il ritiro, nel 1994, dopo la morte di Ayrton Senna. L’ex manager della Renault torna a parlare anche di altri episodi del 1994 con Hill e dello “scandalo della bandiera” di Silverstone.
Flavio Briatore ha rivelato che quando Ayron Senna morì nel 1994, a Imola, Michael Schumacher pensò al ritiro.
Mentre la Formula 1 si sta preparando al Gran Premio del Brasile 2019, dove sono in programma diversi eventi legati al 25esimo anniversario della morte del pilota brasiliano, Flavio Briatore racconta aneddoti sulla stagione del 1994.
Nel 1994, Michael Schumacher stava partecipando alla sua quarta stagione in Formula 1. La morte di Ayrton cambiò per sempre il pilota tedesco, secondo Briatore.
“Schumacher era il Pavarotti della Formula 1, ma è cambiato dopo la morte di Senna. Ha pensato seriamente alla pensione. Fortunatamente per noi è rimasto”, ha concluso l’ex manager
Briatore e Schumacher ottennero insieme il titolo piloti nel 1994 e nel 1995.
Tornando al 1994, dopo la morte di Senna, si inasprì la rivalità tra Damon Hill e Michael Schumacher. Per Briatore, Damon Hill non era un pilota degno di un campionato. Inoltre, lo ha criticato nuovamente per il tocco con Schumacher a Adelaide nel 1994.
“Damon Hill non era un pilota campione. Ha rovinato tutto”, ha detto Briatore.
L’italiano ha ricordato che la firma di Michael era una scommessa rischiosa da parte sua, ma che ben presto dimostrò ai suoi rivali che gli era riuscito.
“La verità è che non avevamo i soldi per firmare un buon pilota, un campione del mondo o una stella. Tutti ridevano di noi, così abbiamo dovuto cercare il talento. Per i team di Formula Uno, eravamo un pericolo. Un produttore di magliette che supera tutte le leggende. Si lamentavano sempre di noi, ma quando hanno visto Michael in macchina, tutti zitti“, ha ricordato Briatore.
Infine, Briatore ha anche criticato la FIA per la sanzione delle due gare che Schumacher ha ricevuto a Silverstone nel 1994. In quell’occasione il pilota tedesco superò Hill nell giro di formazione e ignorò la bandiera nera, noto come lo “scandalo della bandiera”. “Era una manipolazione. Molto ingiusto. Volevano vederci cadere; Max Mosley ci ha ingannato!”
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