Qualcuno ha usato l’intelligenza artificiale per imitare la voce di Benedetto Vigna e tentare una truffa ai danni della Ferrari.
Anche un colosso come la Ferrari può quasi restare vittima di una truffa ad opera dei criminali che usano l’intelligenza artificiale.
Vi sarà capitato di ricevere dei messaggi di testo su WhatsApp in cui un presunto familiare vi scrive da un altro numero di cellulare dichiarando di aver perso il suo smartphone. È una truffa molto comune nel 2024, e ha colpito anche un’azienda come la Ferrari.
Bloomberg ha riferito un episodio particolare accaduto a un dirigente della casa del Cavallino (la sua identità non è stata resa nota). A inizio del mese di luglio ha iniziato a ricevere una serie di messaggi su Whatsapp da parte di una persona che affermava di essere Benedetto Vigna, l’amministratore delegato dell’azienda.
Fin da subito, il dirigente si è resto conto che c’era qualcosa di anomalo. L’immagine del profilo e il numero di telefono non erano gli stessi di Vigna, sebbene lo mostrasse con le braccia incrociate davanti allo stemma del Cavallino.
I primi messaggi chiedevano al dirigente “se avesse saputo dell’acquisizione che stiamo preparando” e gli ha chiesto di essere “pronto a firmare l’accordo di riservatezza che i nostri legali gli invieranno”. Il presunto CEO gli ha detto che c’era una certa urgenza, dopo aver stabilito l’autenticità della situazione. Poi ha aggiunto che avevano già allertato l’autorità di regolamentazione del mercato italiano e la Borsa di Milano. “Mantenere la massima discrezione”, ha concluso il messaggio, come rivelato da Bloomberg.
Dallo stesso numero è poi arrivata una chiamata vocale che lo sollecitava ad eseguire un’operazione con copertura valutaria. L’intonazione e l’accento (Vigna è originario della Basilicata) sembrava proprio quella dell’amministratore delegato Ferrari. In realtà, non si trattava di un’imitazione, bensì di una voce generata con l’intelligenza artificiale per impersonare la sua identità.
Tuttavia, il dirigente si è reso conto che la voce era fin troppo meccanica, quindi c’era il sospetto che si trattasse di un truffatore. Quindi gli ha chiesto di identificarsi, facendogli una domanda di sicurezza di cui solo il vero Benedetto Vigna poteva conoscere la risposta: il nome del libro che gli aveva consigliato qualche giorno prima.
A quel punto la chiamata è stata interrotta bruscamente. Era chiaro che la persona dall’altro lato del telefono non era Benedetto Vigna.
La Ferrari è solo una delle tante aziende vittime di tentata truffa fatta con l’intelligenza artificiale. Lo scorso febbraio è accaduto a una grande multinazionale di Hong Kong. In questo caso, però, l’azienda si è fatta fregare, perdendo quasi 24 milioni di dollari.
Crediti immagine di copertina: F1InGenerale
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