Toto Wolff all’attacco: il team principal Mercedes torna a parlare dell’inchiesta FIA e dei danni provocati a lui e alla moglie Susie.
Danno all’immagine: queste sono le conseguenze morali subite da Toto e Susie Wolff dopo l’inchiesta della FIA. L’episodio è stato archiviato tutto nell’arco di 48 ore, non senza conseguenze.

L’inchiesta è scaturita da un’indiscrezione pubblicata su un articolo sulla testata Business F1. Tale trafiletto riportava un presunto conflitto di interessi in casa Wolff. Susie, amministratore delegato F1 Academy, sarebbe venuta a conoscenza di informazioni riservate, alle quali solo suo marito Toto, team principal Mercedes, sarebbe potuto accedere.
I due coniugi erano stati messi sotto la lente dalla FIA, che ha avviato una successiva indagine per conflitto di interessi. La stessa si è conclusa nell’arco di due giorni senza troppo rumore. Chi invece ha fatto molto rumore è stata Susie Wolff, che ha rispedito le accuse al mittente, parlando di un clima tossico, intimidatorio e di misoginia.
Dopo più di un mese dall’accaduto, il team principal Mercedes è tornato sulla delicata questione. “Abbiamo milioni di persone che ci guardano, dobbiamo essere degli esempi per ciò che diciamo e facciamo”, ha dichiarato in un’intervista a la Gazzetta dello Sport.
“L’inchiesta aperta e chiusa in due giorni ha procurato un grosso danno, e non è ciò che ti aspetti dal mondo della F1 in generale. Se vogliamo rendere sempre più professionale lo sport dobbiamo cercare di portare trasparenza dove non c’è e stabilire standard del livello più alto possibile”, ha affermato Wolff, ribadendo la sua posizione.
Per quanto riguarda sua moglie, Toto ha affermato che Susie “ha una determinazione di acciaio. Non è la prima volta che affronta delle difficoltà, e andrà fino in fondo in ogni tribunale.”
A pesare ancora oggi è la ripercussione a livello mediatico. Come ha sottolineato il boss Mercedes: “Se uno oggi digita Susie Wolff sul web esce come prima notizia l’inchiesta: la pallottola è partita dal fucile e non può più tornare indietro.”
Crediti immagine di copertina: Getty Images
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