“We miss you Niki” è stata la tagline di tutto il weekend, la costante che ha accompagnato quest’intramontabile edizione del gran premio monegasco. Niki Lauda Monaco
Niki Lauda, scomparso pochi giorni fa, è stato il pilota che non ha mai alzato il piede, l’uomo simbolo di stoicismo e resilienza, il campione che ha riempito i minuti delle;nostre vite con sorpassi e;controsorpassi. E a Monaco, ognuno a modo suo, ha donato un minuto di se alle 14.53, nei 60 secondi in cui si è stato raggiunto l’apice emotivo di tutto il weekend. “We miss you Niki” non è;stato solo un messaggio arido e asettico d’addio iscritto sull’halo delle due Mercedes, ma la frase in cui è stata racchiusa la grinta agonista di Hamilton che ha cercato ad ogni curva di;commemorare e omaggiare il suo mentore, da dovunque lo stesse guardando. Niki Lauda Monaco
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E di sicuro Niki avrà apprezzato, dal momento che Hamilton ha dichiarato, a champagne stappato, di esser stata la gara più difficile della sua carriera. Hamilton oggi, Lauda ieri. Se un parallelismo in questi casi è opportuno, Monaco 2019 sta a Lewis come Monza 1976 sta a Niki. Certo un po’ ardito,;ma se la gara viene rivista attraverso lo specchietto retrovisore della monoposto 44, “We miss you Niki” diventa qualcos’altro, qualcosa dal valore glorioso, che si è tradotto nell’assiduo tentativo di tenere dietro l’istinto famelico del cannibale Verstappen, che per 40 giri di seguito alla Mirabeau, si è affacciato col muso sul lato esterno per;fare capolino e cercare l’incrociata prima del tunnel.
E alla fine del tunnel, al giro 77, i due;contendenti al primo posto arrivano a toccarsi, senza conseguenze. Buon per Max, che anche con un primo posto, non sarebbe (presumibilmente) riuscito ad allungare più dei cinque secondi che gli erano stati inflitti a causa di una unsafe release nel;contatto con Bottas, alla ripartenza dal pit stop.
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Quel che rimane per rimane per il pilota olandese, è la consapevolezza propria e altrui, di una maturità finalmente raggiunta dopo stagioni in cui gli era stata affibbiata la nomea di ragazzo all’autoscontro. E a scalare nella classifica sono Vettel e Bottas, entrambi un po’ in penombra, ma che sono;riusciti comunque a rimanere attaccati al duo davanti. Chi se ne esce con l’amaro in bocca è il pilota di casa, Leclerc, che partito sedicesimo, ha deliziato il pubblico monegasco con;sorpassi mirabolanti(Grosjean ne sa qualcosa), infilandosi in maniera furtiva in spazi troppo stretti per essere;concepiti, di sicuro troppo audaci, visto l’esito del tentativo con Hulkenberg. Ma comunque applausi, tanti, vista la volontà impressionante di risalire il prima possibile.
Quel che rimane di Monaco 2019 è stato uno spettacolo pirotecnico di improvvisi cambi di scena, di pioggia/non pioggia, di qualcosa che in questo campionato finora non si era ancora visto. E’ stato;come se tutti si fossero dati appuntamento ad oggi per ricordare chi, fino a non poco tempo fa, dava il massimo per far si che ogni gara fosse come;quella di oggi: “we miss you Niki”.