Giunti al nono appuntamento stagionale, ormai metà dello schieramento ha adottato uno schema sospensivo simile a quello innovativo introdotto dalla Mercedes. Ecco una comparativa delle diverse soluzioni viste in pit-lane al Red Bull Ring.
La Mercedes si è confermata anche questa stagione come il team più innovativo nella geometria delle sospensioni. Sull’asse posteriore, la geometria dei braccetti è tale da riuscire a simulare il fenomeno delle ruote sterzanti. Si tratta di un espediente perfettamente legale che consente alle ruote di sterzare di pochi gradi durante il loro movimento verticale. Sospensioni Formula 1
La sospensione anteriore invece vede lo schema che è stato ribattezzato “push on upright”. Il triangolo superiore non si attacca direttamente al montante, bensì per mezzo di un’aletta, un “bracket”. La stessa cosa si ripresenta anche con il braccetto del push rod.
Come trattato in precedenza in un altro articolo, tra i vantaggi di questa soluzione vi è un maggiore angolo di king-pin, ossia una maggiore inclinazione dell’asse di sterzo della ruota rispetto al terreno, che porta la gomma a essere schiacciata maggiormente contro il suolo in fase di sterzata, oltre che influire anche sulla precisione e la stabilità della macchina. Aumenta inoltre la capacità di camber recovery, ossia si riduce l’inclinazione della gomma rispetto al terreno in percorrenza di curva. Questo permette di usare degli angoli di camber statici più contenuti, migliorando l’usura delle gomme.
Le soluzioni dei team sospensioni Formula 1
Passando davanti ai box dei vari team presenti al Red Bull Ring salta subito all’occhio come tale soluzione della Mercedes abbia già fatto scuola. Mclaren, Alfa Romeo e Racing Point hanno tutti il bracket di attacco sotto al triangolo superiore. La Toro Rosso invece mostra il bracket del push-rod, che aiuta a tenere l’avantreno basso in curva. Ogni squadra ha provato a dare la propria interpretazione allo schema della Mercedes, portando ognuna la propria variante.
Chi al momento non ha ancora seguito questa tendenza invece è la Ferrari, che sceglie di continuare ad utilizzare uno schema più tradizionale.