Ieri a Monaco ci sono stati due episodi che hanno un po’ destato scalpore all’interno del paddock e sono stati fatti dallo stesso pilota, Esteban Ocon.
Il pilota Force India era davanti a Lewis Hamilton, dopo il pit stop dell’inglese, e ha rallentato tantissimo per farsi sorpassare da Hamilton. Stessa identica dinamica per il sorpasso da Bottas.
Il pilota francese fa parte del programma Mercedes ed è molto probabile un suo approdo nel team tedesco in un prossimo futuro. Da immaginarsi, dunque, una richiesta da parte della Mercedes all’ingegnere di Ocon di fare quello che ha fatto, così sarebbe rimasto nelle grazie dei alti dirigenti del team di Stoccarda.
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Cosa ci fanno capire questi episodi?
Sicuramente Force India e Mercedes si parlano. Bisogna vedere se questa “strategia” di Ocon verso i due Mercedes era stata già preventivata prima della gara, oppure durante l’evento.
Ciò che è successo si potrebbe accettare da un junior team (Alfa Romeo Sauber con Ferrari o Toro Rosso con Red Bull), ma la Force India è solamente motorizzata dalle frecce d’argento ed è un team indipendente rispetto alla Mercedes.
Sicuramente quello che ha fatto Ocon “farà giurisprudenza”, perché farà si che i junior team possano fare platealmente favoritismi verso i top team, facendo male così soltanto allo sport.
Le parole che fanno più specie sono quelle dei vari commentatori, i quali hanno ribadito più volte: “Ocon non fa la gara su Hamilton.”
Sono delle frasi abbastanza difficili da comprendere per un tifoso del motorsport.
L’obiettivo di ogni singolo pilota di Formula Uno è gareggiare per vincere, anche se avesse la macchina meno performante in griglia. Ocon ieri aveva una macchina perfetta, il che è successo raramente quest’anno.
Allora perché non sfruttare le occasioni che si hanno per cercare di ottenere il massimo possibile?
Se Ocon non avesse fatto passare i due Mercedes, non sarebbe stato facile per loro superarlo a Monaco. (Leggi anche: Analisi passo gara Ocon-Hamilton-Raikkonen)
Il francese ha commentato ai microfoni di Sky ciò che è successo in gara
“Sono pilota Mercedes, devi chiedere al boss. Non serve a niente fare la lotta con lui e poi Hamilton aveva anche le gomme nuove. Se c’è una regola non scritta? Magari…“.
Fa scalpore il fatto che Ocon dica di essere uno Mercedes, rispetto al dire di essere pilota Force India. Ricordo che il francese guida in Formula 1 una monoposto che ha concluso la scorsa stagione in quarta posizione nella classifica costruttori, non è l’ultima della classe.
Ocon, Leclerc, Norris (in futuro) etc. non hanno necessità di aiutare in gara i piloti della loro scuderia madre, per entrare nei box più importanti. Questi hanno il talento necessario per dimostrare quanto valgono, a prescindere da aiuti che fanno al proprio team.
Da chi si dovrebbe prendere esempio?
Dalla sana competizione che c’è sia in Red Bull e in Toro Rosso. Helmut Marko sarà un tiranno, ma non ha mai accettato gli ordini di scuderia, ma che i suoi piloti facessero il sorpasso vero e proprio in pista.
Si è visto poi che in alcuni casi non sia stato conveniente (vedi Baku 2018 tra Verstappen e Ricciardo), ma almeno ci fanno divertire.
Come dice Marko, il sedile te lo devi meritare sul campo (in pista), a suon di ottime prestazioni; altrimenti vieni sostituito.
In una Formula 1 già basata sull’egemonia dei tre top team, ossia Ferrari, Mercedes e Red Bull, non è necessario conferirli ulteriori vantaggi; questo perché altrimenti la gara perde quel minimo di imprevedibilità che è necessaria.