Eccoci arrivati al sesto appuntamento della stagione di F1, quello che senza dubbio è l’ultimo baluardo della tradizione di uno sport: il Gran Premio di Montecarlo.
Il rapporto degli appassionati moderni e Montecarlo è senza dubbio paragonabile all’odi et amo catulliano.
Il GP del principato è una pietra miliare del campionato, secondo per numero di presenze solo a Monza. Questo appuntamento non è ben visto dagli spettatori moderni che ormai lo reputano di una noia mortale date le caratteriste delle monoposto e la configurazione del tracciato. Lo spettacolo offerto dalla gara è ben poco, molto più interessante è la cornice composta da yatch superlusso, casinò e tutto ciò che può essere vicino alle corse ma che non lo è.
Montecarlo è anche una serie di numeri interessanti: solo 21 piloti su 64 che hanno vinto qui hanno vinto anche il mondiale,;qui vincono spesso i secondi che siano di squadra o del campionato. Nel 2016 Ricciardo conquistò l’unica pole Red;Bull nell’era Power-Unit, nel 1984 Senna con la sua Toleman ottiene il primo di una lunga serie di podi. Qui nel 2012 il Kaiser ormai vestito d’argento fece alla veneranda età di 43;anni la sua ultima pole position (che poi però gli sarà negata dai commissari).
Ma oggi Montecarlo è molto altro ancora… dopo l’arrivo di Liberty Media sono cambiate molte cose, ma il GP del principato non ci stà. Sebbene abbia il privilegio di essere il primo GP in cui la Pirelli porterà l’ultima arrivata nella casa milanese: la gomma “rosa” la HyperSoft, Monte;Carlo non vuole rinunciare alle tradizioni e schiererà sulla griglia di partenza le grid girls che i nuovi proprietari a stelle e strisce hanno sostituito con i grid kids. Insomma un appuntamento che è un misto tra classicismo e modernità e che in un modo o nell’altro ci regalerà emozioni.