Helmut Marko ritiene che Max Verstappen non avrà vita lunga in Formula 1 al pari di Fernando Alonso e Lewis Hamilton.
Tra presente e minacce d’addio
Sebbene il motorsport rappresenti fin da bambino la sua unica ragione di vita, Helmut Marko ritiene che Max Verstappen non avrà vita lunga in Formula 1 al pari di due veterani come Fernando Alonso e Lewis Hamilton, che ancora oggi, nonostante l’età, sembrano divertirsi come dei ragazzini e riescono a dare filo da torcere a piloti molto più giovani di loro.
A differenza dei due sopracitati, il fuoriclasse olandese si è sempre detto disposto ad appendere il casco al chiodo qualora non sentisse più la voglia di competere a determinati livelli e di reggere la pressione in uno sport sempre più sotto le luci dei riflettori.
“Max non è come Alonso o Hamilton”, ha dichiarato Helmut Marko, uno dei primissimi a credere nelle qualità del nativo di Hasselt, ai microfoni di ORF.
“Loro guidano finché le loro condizioni fisiche gli permettono di partecipare. E sì, Verstappen è molto interessato a vincere, ma che abbia quattro, cinque o sei titoli, questo non è in primo piano per lui”.
“Vuole divertirsi ed essere entusiasta del suo sport. Vuole un ambiente in cui sentirsi a proprio agio. È così e basta”.
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In molti, nel corso degli anni, hanno criticato aspramente lo stile di guida estremamente aggressivo di Verstappen nei confronti dei suoi rivali, ritenuto spesso scorretto e oltre le righe.
I casi recenti più eclatanti sono i duelli con Lando Norris in Austria e con Lewis Hamilton in Ungheria, con l’olandese uscito in entrambe le occasioni con le ossa rotte a livello di critiche.
“È stato accusato di essere stato molto duro e un po’ scorretto”, ha aggiunto Marko. ”Ha fatto solo ciò che è consentito dal regolamento. Ha cambiato le linee e le ha difese con forza. Sappiamo che è un pilota duro”.
“È una cosa che il pubblico vuole vedere, e penso che in generale dobbiamo tornare alla vecchia filosofia delle corse degli inglesi: ‘Lasciateli correre’ e non dettate il modo in cui vi comportate. È chiaro che non bisogna comportarsi male, ma non con interpretazioni così ristrette”.
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