Tramite una lettera indirizzata a Stefano Domenicali, Ben Sulayem e Nikolas Tombazis, i membri del parlamento inglese hanno chiesto chiarezza sullo sportwashing perpetrato da Formula 1 e FIA in Bahrain e Arabia Saudita.
Ancora una volta, Formula 1 e FIA si ritrovano al centro di critiche, questa volta legate al loro presunto ruolo di fornire un impatto positivo nei paesi del medio oriente. Tramite una lettera indirizzata a Stefano Domenicali, Ben Sulayem e Nikolas Tombazis, infatti, i membri del parlamento inglese hanno chiesto chiarezza sullo sportswashing perpetrato da Formula 1 e FIA in Bahrain e Arabia Saudita. In particolare, i parlamentari accusano le due parti, affermando che la semplice presenza della Formula 1 in tali paesi non è sufficiente.
I parlamentari inglesi chiedono chiarezza sullo sportswashing di Formula 1 e FIA
Nella lettera inviata ai tre principali responsabili di FIA e Formula 1, i parlamentari citano l’esecuzione di 81 prigionieri in Arabia Saudita in un solo giorno nel 2022. Inoltre, essi sottolineano che, con una stima di 1300 prigionieri politici, il Bahaein ha il più alto tasso di incarcerazione di qualsiasi altro Paese del Medio Oriente e del Nord Africa.
“Profitti multimilionari non devono andare a scapito dei diritti umani. Avete il dovere di garantire che la vostra presenza abbia un impatto positivo, cosa che non sarà possibile finché i prigionieri politici rimarranno dietro le sbarre in Bahrain. Se Lewis Hamilton può parlare, perché non potete farlo voi?”.
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Sayed Ahmed Alwadaei, direttore dell’Istituto per i diritti e la democrazia del Bahrein, ha aggiunto: “I parlamentari hanno ragione a denunciare il ruolo della Formula 1 nello sportswashing del Bahrain e la situazione dei diritti in Arabia Saudita. I dirigenti della F1 non possono semplicemente affermare che la loro presenza in questi Paesi ha un impatto positivo, quando le prove dimostrano il contrario”.
“La F1 continua a trarre profitto dai brutali autocrati del Golfo, guadagnando milioni di euro mentre le vittime ne pagano il prezzo. Quando Lewis Hamilton è in grado di parlare di fronte all’ingiustizia, stabilisce uno standard morale che la dirigenza della F1 deve seguire”.
Hamilton è da sempre in prima linea nella lotta per i diritti umani. Sono note, infatti, le sue battaglie a favore del movimento ”Black Lives Matter”, e non solo. Anche Sebastian Vettel ha espresso spesso vicinanza, manifestando chiaramente a favore di tali cause.
Inoltre, il firmatario principale, Lord Scriven, ha dichiarato: “Stiamo chiedendo loro di fare qualcosa per migliorare il modo in cui lo sport opera in materia di diritti umani. Non si tratta di cose estreme o radicali. Si tratta di questioni che ci aspetteremmo da qualsiasi organizzazione sportiva con una qualche leadership morale al centro del modo in cui lo sport motoristico è governato e opera”.
La risposta della FIA alle accuse dei parlamentari inglesi
“All’apice del motorsport, gli eventi di F1 si svolgono in un enorme spettro di paesi e culture diverse in tutto il mondo. Siamo convinti che l’obiettivo fondamentale del motorsport, e di tutto lo sport, sia fondato sul desiderio di accrescere il nostro territorio comune e coltivare i principi di cooperazione e comunanza tra le persone. La FIA, come le altre federazioni sportive internazionali, non può interferire negli affari interni di uno Stato sovrano”.
La FIA dunque si difende dalle accuse, affermando di non poter interferire con gli affari interni del Bahrain o Arabia Saudita. Tuttavia, ribadisce l’interesse nel cooperare con gli stati in questione. Il tutto con il fine di garantire i diritti umani e di fornire un impatto positivo.
La federazione, infine, aggiunge: ‘‘Questa indipendenza dagli affari degli Stati, come sottolineato dal Comitato Olimpico Internazionale, non significa tuttavia che siamo insensibili a qualsiasi potenziale difficoltà subita dalle popolazioni interessate. La FIA continuerà a lavorare su progetti che portino benefici alla società in generale, agendo sempre nell’ambito della sua funzione di regolatore del motorsport mondiale”.
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