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F1 | Alpine scarica Renault: dura la replica dello staff francese di Viry-Chatillon

I rappresentanti della divisione francese di Viry-Chatilon non hanno accolto di buon grado la decisione di Alpine di abbandonare il progetto Renault dal 2026.

Nonostante le proteste e gli scioperi andati in scena nelle ultime settimane, Alpine ha portato a compimento il progetto tanto temuto dai dipendenti francesi di Viry-Chatillon, storica sede dedita alla produzione delle Power Unit Renault in Formula 1.

Sebbene manchi ancora l’ufficialità, infatti, il team di Enstone scaricherà i propulsori Renault a partire dal 2026 per passare a Mercedes, diventando di fatto il terzo team cliente della scuderia di Brackley assieme a Williams e McLaren, mentre Aston Martin erediterà la Power Unit Honda da Red Bull.

Alpine Renault Viry-Chatillon
Alpine scarica Renault: dura la replica dello staff francese di Viry-Chatillon © Auto Hebdo

La risposta dello staff francese

Una decisione, quella presa dal presidente Luca De Meo e del board Renault, certamente non accolta di buon grado dallo staff francese, che ha voluto rispondere tramite un lungo comunicato rilasciato poco fa: “Questa scelta è avallata dal Gruppo [Renault], che vuole ridurre il rischio finanziario che circonda la F1, anche se non è stato condotto alcuno studio serio per valutare l’impatto sulle vendite future e sul prestigio del marchio”.

“Le soluzioni di partnership sono state rifiutate dal Gruppo, anche se avrebbero permesso di raggiungere diversi obiettivi. Il mantenimento di un’attività in F1, la riduzione dei costi di sviluppo e di gestione, il mantenimento di tutte le competenze, la possibilità di portare un motore RE26 già ampiamente sviluppato e promettente fino alla stagione 2026”.

“I contenuti, le risorse e la sostenibilità dei nuovi progetti che il Management vuole portare a Viry appaiono ancora largamente imprecisi. Il dimensionamento comunicato dell’unità di monitoraggio della F1 sembra ancora troppo basso, e mette in discussione il potenziale ritorno di Alpine come produttore di motori nel lungo termine”.

”La storia del sito di Viry dimostra che spesso sono state prese decisioni contrarie. Ciò dimostra l’importanza di mantenere competenze altamente qualificate per il futuro, al fine di lasciare la porta aperta a un ritorno in F1, quando i regolamenti e il contesto finanziario dell’azionista lo renderanno più attraente”.

“Questa attuazione del progetto suggella già le prime conseguenze a brevissimo termine (entro 3 mesi) sui posti di lavoro e sulla formazione. Il sito di Viry-Châtillon passerà da 500 a 334 posti di lavoro il 1° gennaio, con la fine dei contratti di molti fornitori di servizi”.


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”La perdita di un centinaio di posti di lavoro indiretti presso i principali partner entro la fine del 2024; la fine del Concorso di Eccellenza Meccanica Alpina (CEMA), sostenuto dal Ministero del Lavoro, della Salute e della Solidarietà e dal Ministero dell’Educazione Nazionale e della Gioventù, portatore di grandi valori di impegno per le pari opportunità che promuovono la diversità per promuovere un settore di giovani talenti”.

“In generale, la cessazione della motorizzazione F1, la mancanza di maturità dei progetti e la perdita di fiducia nella dirigenza rappresentano un rischio importante per la partenza di competenze critiche dal sito di Viry”.

“Nonostante le turbolenze degli ultimi due mesi, il team di Viry ha continuato a sviluppare la potenza del motore 2026 di cui Alpine si sta privando. Questa decisione, controcorrente, fa perdere ad Alpine la sua storia sportiva”.

“Per tutti questi motivi, i rappresentanti del personale del CSE hanno espresso all’unanimità un parere negativo sul progetto di trasformazione. Chiediamo alle autorità pubbliche di difendere la sostenibilità dell’occupazione sul sito di Viry-Châtillon”.

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