Trionfo Sainz, Ferrari sorpassa Red Bull. Un sorpasso di grande qualità, un passo gara costante e solido dopo una qualifica sontuosa. Questi gli ingredienti con cui il pilota spagnolo ha dominato il Gp del Messico, permettendo alla Rossa di scavalcare la scuderia austriaca nella classifica del campionato costruttori.
Una vittoria costruita dopo che al via Max Verstappen ha di nuovo fatto la voce grossa, passando in testa alla prima curva. Tuttavia, la superiorità rossa è apparsa subito evidente, ma per metterla in mostra serviva liberarsi subito dell’olandese. Il trionfo di Sainz, con la Ferrari che sorpassa la Red Bull nella classifica mondiale, nasce proprio al nono giro, con la “staccatona” improvvisa che ha sorpreso Max. Da quel momento in poi è stata una lunga cavalcata verso il secondo successo stagionale per il pilota madrileno.
È mancata la doppietta per via della sbavatura di Leclerc che ha rischiato di andare a muro sul pressing di Norris. Qualche punto perso, se vogliamo, ma anche la consapevolezza che il mondiale marche è più aperto che mai. Chi se lo poteva immaginare dopo Singapore? Eppure questo bellissimo 2024 ci sta insegnando che nulla è da dare per scontato. Dal dominio Red Bull fino a Miami, a quello McLaren fino a Austin, con la speranza che negli Stati Uniti si sia aperto quello Ferrari.
Penalità Verstappen
Verstappen ha pagato in Messico ben 20 secondi di penalità, per due manovre oltre il limite nei confronti di Norris. Se parlassimo di calcio, potremmo equiparare questa sanzione a un grande classico della classe arbitrale, ovvero la compensazione. In pratica è come se avesse pagato in una volta sola tutte le difese compiute quest’anno in maniera discutibile nei confronti di Norris. A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina e credo che la sua penalità nasca da quella non data ad Austin. Poco male per il fuoriclasse olandese che, seppure a piccoli passi, si avvicina al quarto titolo mondiale, grazie al suo fenomenale manico, nonostante una vettura in chiara difficoltà.
Norris ci ha provato, ma, forse per la prima volta dopo Miami, si è avuta la sensazione che la sua McLaren non fosse la vettura migliore in pista. In Texas è stato penalizzato dall’ingenuità in partenza, ma in Messico la superiorità Ferrari è parsa molto più evidente. Il margine in classifica è buono, ma rimane da capire cosa sia successo a Piastri, improvvisamente sparito proprio nel momento del bisogno del compagno. Mistero gaudioso…
Piuttosto anonima la gara della Mercedes, che si segnala solo per il duello tra i due compagni di squadra, vinto da un pugnace Hamilton. Il tutto, però, lontano dal podio. Nota di merito, infine, per la Haas che ha portato entrambi i piloti a punti, con Magnussen, per una volta, più bravo del solito Hulkenberg. Consolidato il sesto posto nella classifica costruttori.