A ormai tre anni dal drammatico finale di Abu Dhabi, Toto Wolff è tornato a parlare di Michael Masi e della cocente sconfitta iridata subita.
Sono passati ormai tre anni dal rocambolesco finale del GP di Abu Dhabi, gara rivelatasi decisiva per l’assegnazione del titolo 2021 tra Max Verstappen e Lewis Hamilton proprio a causa della scellerata decisione presa da Michael Masi nelle fasi finali della corsa.
L’ormai ex direttore di gara decide infatti di concedere un ultimo giro lanciato, permettendo solamente alle vetture collocate in mezzo ai due contendenti per il titolo di sdoppiarsi, contravvenendo così al regolamento sportivo.
Ciò spalancò le porte a Verstappen, che con gomma nettamente più fresca riuscì a fare un sol boccone del rivale e a conquistare il primo titolo della carriera.
Nonostante sia passato parecchio tempo da quel drammatico (sportivamente parlando) 12 Dicembre, Toto Wolff ricorda ancora tutto come se fosse ieri. L’austriaco aveva già preso di mira Masi in tempi non sospetti, accusandolo di essersi comportato da ”egocentrico patologico”.
Una cicatrice ancora profonda
Ospite del podcast High Performance, il team principal Mercedes è tornato a parlare dell’ex direttore di gara FIA e della cocente sconfitta iridata subita: “Mi sono sentito arrabbiato, non depresso o triste, solo arrabbiato per il fatto che un individuo sia stato in grado di portare via l’ottavo titolo al miglior pilota del mondo con una decisione sbagliata”.
”Ma bisogna contestualizzarlo. Ci sono dittatori in tutto il mondo e politici che causano così tanto dolore che non è in alcun modo paragonabile alla perdita dell’ottavo titolo da parte di Lewis o per noi come squadra”.
“Ma la rabbia di quel momento di una persona… anche Lewis ha imparato a gestire le sue emozioni molto forte e dopo pochi giorni. Ci accompagna ancora per l’ingiustizia che è accaduta in questo particolare giorno”.
‘Ho cercato di guidarlo’
Wolff ha inoltre rivelato di aver cercato di aiutare Masi, dopo la tragica scomparsa di Charlie Whiting nel 2019: “Ho cercato di parlare con Michael e di guidarlo durante l’anno. Ho cercato di dirgli: “Ascolta, sono in questo sport da molto tempo. Ascolta i piloti, non essere testardo nelle tue decisioni”.
”Ho cercato di farlo per il bene dello sport e ovviamente per noi come squadra, per non essere vulnerabile a situazioni che sarebbero potute essere totalmente dannose. In questo senso, quello che è successo è imperdonabile”.
“Ora, si potrebbe dire che l’empatia dovrebbe farmi capire come ci si sente, mi rendo conto di come si sia sentito e so che non va bene, ma avrebbe potuto pensarci tutto l’anno. C’erano persone, non solo io, che cercavano di sostenerlo nel modo giusto”.
”A volte bisogna ammettere che qualcuno sta facendo le sue cose o sta prendendo le sue decisioni, quindi non me ne preoccupo più. Ci penso soprattutto perché Lewis ha meritato di essere il più grande di tutti i tempi con otto titoli mondiali”.
Leggi anche: F1 | “Leclerc è ancora un cucciolo che ogni tanto fa la pipì sul tappeto”
Seguici anche sui social: Telegram – Instagram – Facebook – Twitter