Bryan Bozzi ha rilasciato le prime parole pubbliche dopo la promozione ricevuta come ingegnere di pista di Charles Leclerc a partire dal weekend di Imola
Sono passate solamente due gare dalla notizia dell’allontanamento di Xavi Marcos come ingegnere di pista di Charles Leclerc, eppure il nome di Bryan Bozzi, che ha per l’appunto sostituito lo spagnolo a partire dal weekend di Imola, è già impresso nel cuore dei tifosi Ferrari. L’italodanese ha già infatti pienamente convinto per l’intesa e la precisione nelle comunicazioni via radio con il monegasco, che per certi versi ha ricordato la chimica che ha reso coppie come Verstappen-Lambiase o Hamilton-Bonnington iconiche nel corso degli anni.

Parlando alla vigilia del weekend di Montreal, Bozzi ha elencato le principali differenze riscontrate tra il suo vecchio e nuovo incarico: ”Il Race Engineer è il responsabile della gestione della vettura che gli è affidata durante l’evento. Questo include l’esecuzione del run plan, ovvero il programma di ciascuna sessione, e la messa a punto della monoposto”.
”Il Race Engineer è anche colui che parla in radio con il pilota per passargli tutte le informazioni di cui ha bisogno durante le sessioni. Il Performance Engineer è invece responsabile dell’ottimizzazione di vari controlli sulla monoposto, come per esempio la ripartizione di coppia frenante e il differenziale”.
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”Per definizione passa gran parte del suo tempo nell’analisi del bilancio della vettura e lavora per fare in modo che si comporti come atteso dalle simulazioni. Il lavoro del Driver Coach è invece focalizzato sul miglioramento della performance del pilota. Analizza video e telemetrie di tutte le vetture in griglia e suggerisce a chi si trova in abitacolo le linee e gli stili di guida più veloci”.
”Queste figure insieme agli altri ingegneri, sia in pista che a Maranello, provano a ottimizzare la macchina per estrarre gli ultimi millesimi di tempo sul giro, che in questa Formula 1 possono fare la differenza”.
Ferrari a Montreal per bissare Monaco
Ferrari si presenta in Canada con l’obiettivo di bissare il fantastico successo di Monaco, con Bozzi che ha spiegato in che modo il cavallino intende massimizzare la performance della SF24 sul circuito Gilles Villenueve: ”Montreal è una pista con lunghi rettilinei seguiti da combinazioni di curve medio lente”.
”Per andare forte bisogna avere una buona velocità sul dritto, un’ottima decelerazione in staccata e una buona trazione in uscita dalle curve. Dal punto di vista del pilota serve avere grande fiducia nella fase di frenata così da riuscire a essere preciso nell’inserimento in curva per poi accelerare il prima possibile in uscita”.
”Anche su questa pista, come su tutti i circuiti cittadini, è importante macinare chilometri nelle prove libere per prendere confidenza con il tracciato e i suoi insidiosi muretti”.
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