Baku è l’ennesimo incubo Red Bull: mentre Helmut Marko si rassegna, Max Verstappen le difficolità nel domare una vettura imbizzarrita.
Una gara nella terra di nessuno – quella di Baku – per un Max Verstappen ben distante dai fasti di inizio stagione: la sua Red Bull non gli permette miracoli.
Max è “l’ultimo” tra i piloti dei top team, eccezion fatta per un Hamilton scattato dalla corsia box. Certo, la quinta posizione consegnatagli dal botto tra Perez e Sainz rende meno amaro il passivo azero, ma la sostanza resta preoccupante.
In quel di Baku, Verstappen non riesce a tenere il passo dei primi, registrando – a fine corsa – un distacco dalla vetta di quasi ottanta secondi. “Non è stato piacevole”, ha commentato il leader iridato a fine gran premio a ViaPlay. “Il problema che mi ha preoccupato durante le qualifiche è stato lo stesso che principalmente ho affrontato in gara.”
“La macchina saltava, ho avuto molti problemi”, ha spiegato l’olandese. “Di conseguenza, perdevo il contatto con l’asfalto. Nelle curve a medio-bassa velocità c’era sempre una ruota, su ambedue gli assi, che si staccava da terra. Perdevo molto tempo sul giro.”
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Per Verstappen il GP di Azerbaigian si è rivelato un incubo non solo nell’affrontare le curve. “Anche in frenata, l’auto saltava e scivolava parecchio per questi motivi. E sappiamo bene che questi problemi non li vuoi avere per nulla in gara, poiché innescano una spirale di difficoltà.”
A consolare – parzialmente – l’olandese c’è la performance di Checo Perez. Il messicano, autore di un gran premio (finalmente) di livello, aveva tuttavia un setup differente, decisamente “migliore” rispetto a quello di Max. Questo non può però rasserenare una squadra che – a Baku – ha perduto la leadership costruttori: ora la strada per il mondiale è in salita ed Helmut Marko ha già gettato la spugna.
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