Bandiere blu al centro del dibattito, arriva la proposta di eliminare le “blue flags” dalla F1: “I piloti hanno perso abilità”
Basta blue flags in F1, basta piloti pronti a lamentarsi in radio per un’ingombrante vettura doppiata: la proposta di eliminare l’ormai storica regola del Circus arriva dal pulpito di Martin Brundle, ex pilota e celebre volto di Sky UK.
C’è qualcosa che non va nella moderna Formula Uno: Martin Brundle, ai microfoni di Sky UK, ha individuato alcuni problemi del Circus di oggi, puntando il dito con vigore contro un obiettivo specifico.
Presente in F1 tra il 1984 ed il 1996, l’ex pilota britannico ha esposto la propria ricetta per migliorare l’attuale F1. Fulcro delle dichiarazioni del 65enne inglese è il dibattito sulle “blue flags”, le bandiere blu che si sventolano nel motorsport – F1 compresa – per indicare ad un pilota lento/doppiato l’arrivo di un collega rapido o a pieni giri.
“Basta Blue Flags, ma la F1 non è mai stata così popolare”
L’attuale utilizzo delle bandiere blu è stato introdotto in F1 a metà degli anni Novanta, precisamente nel 1995. Martin Brundle ricorda con nostalgia i propri tempi, in cui qualsiasi sorpasso – anche su un doppiato – era un sorpasso tutt’altro che scontato. Il commentatore di Sky UK ha le diee chiare: “Penso che dovremmo vietare le blue flags. I piloti hanno perso la capacità di gestire il traffico come facevamo, invece, noi a nostri tempi.”
Secondo il punto di vista di Brundle, nella F1 di oggi la bandiera blu è uno scomodo lasciapassare. Il paragone utilizzato dall’inglese è eloquente: “Al giorno d’oggi tutti devono farsi da parte subito, come i ragazzini a scuola quando arrivano i più grandi sulle vetture più veloci.”
Nonostante la spiccata avversione per le blue flags, Brundle può riteneresi tuttavia soddisfatto dello spettacolo offerto dall’attuale F1. “Guardando a situazione attuale del nostro sport sono tranquillo. Non ho mai visto la Formula Uno con la popolarità che ha oggi.”
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