Perez latita, Red Bull temporeggia ma non decide: ora Yuki Tsunoda è impaziente, reclama il sedile accanto a Verstappen e tira in ballo giochi politici.
Malumori e perplessità in casa Tsunoda: il classe 2000 cova impazienza e pungola la Red Bull. Il team di Milton Keynes soffre, nel mondiale costruttori, la carenza di punti ottenuti da Perez: Yuki fa leva su tale difficoltà e tira in ballo questioni politiche.
“Se sono un reale candidato per sostituire Perez in Red Bull? Non lo so. Potresti chiederlo a loro e scoprirlo?“. Così, nel corso del giovedì in Qatar, Yuki Tsunoda ha risposta al giornalista, curioso di conoscere le possibilità dell’eventuale promozione del pilota giapponese.
I risultati di Checo Perez continuano a latitare, le “minacce” di Helmut Marko si fanno sempre meno velate, ma la situazione rimane invariata. L’atteggiamento del team di Milton Keynes innervosisce Yuki Tsunoda, desideroso di mettersi alla prova accanto al “mostro” Max Verstappen. “Anche quando nelle interviste, dalla Red Bull, dicono che sono tra le opzioni (per rimpiazzare Perez, ndr), io onestamente non so se sia la realtà oppure no.“
Red Bull, cosa devo fare più di così?
Il giovane talento del vivaio Red Bull cova più di qualche speranza di approdare alla corte di Chris Horner nel 2025. “Certo, spero di essere tra i piloti presi in considerazione. Onestamente non so cosa dovrei fare più di così…“
Impaziente ma cauto e riflessivo. Tsunoda, alla vigilia del GP del Qatar, ha un solo obiettivo: “Devo solo spingere e mantenere tutto sotto controllo. Riguardo a questa vicenda del sedile Red Bull beh, decideranno loro.”
“Se fossi al posto di Perez lotterei per posizioni più alte”
Poi avanza nuovamente la propria forte candidatura: “Ne sono certo. Se fossi ora in quel sedile potrei lottare per una migliore posizione nel mondiale costruttori. Ma ci sono anche altre cose, cose di stampo politico. Decideranno quello che vogliono.”
A supporto delle proprie considerazioni, Tsunoda riporta alla memoria alcuni precedenti. “Storicamente è piuttosto naturale che se un pilota del nostro team, per esempio, fa meglio rispetto al pilota Red Bull per diverso tempo, allora viene promosso. È qualcosa di naturale. Qualcosa forse però è cambiato, le dinamiche sono forse cambiate. La Red Bull stessa è cambiata dopo la morte di Mateschitz.”
“Per quanto mi riguarda, non riesco a trovare molte ragioni per cui non debbano parlare di me con decisione…“, conclude un determinato Yuki Tsunoda.
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