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F1 | Norris poteva essere un pilota Red Bull: la confessione di Marko e la controrisposta di Lando

Helmut Marko ha svelato un interessante retroscena legato a Lando Norris e un suo possibile inserimento nella famiglia Red Bull ancor prima del debutto in Formula 1 nel 2019.


Norris cuore papaya

Entrato a far parte dell’Academy McLaren nel 2017, Lando Norris ha iniziato a farsi conoscere al mondo intero due anni più tardi, debuttando in Formula 1 a soli 20 anni al fianco del più blasonato e già affermato Carlos Sainz.

Norris Marko Red Bull
Norris poteva essere un pilota Red Bull: la confessione di Helmut Marko

Da allora, il talento britannico si è fatto largo anno dopo anno fino a raggiungere la completa maturità quest’anno (al netto di alcuni errori di troppo), con Lando attualmente ingaggiato nella lotta per il titolo contro Max Verstappen e la Red Bull.

Proprio la scuderia di Milton Keynes, come rivelato da Helmut Marko nel podcast Inside Line F1, sarebbe stata a un passo dall’ingaggiare il talento di Bristol ancor prima dell’esordio in Formula 1: “Abbiamo discusso seriamente e avevamo pronto un contratto per Lando, per AlphaTauri o Toro Rosso in quel momento”.

“Purtroppo in McLaren lo hanno scoperto. Avevano due contratti: uno dei due prevedeva una clausola che interrompesse la collaborazione con Norris”.

“Ho incontrato Helmut Marko in realtà, dopo essermi qualificato in pole a Monaco, prima di essere squalificato per avere qualcosa di illegale sulla macchina”, aveva affermato Norris qualche tempo fa in merito.

“Ero in Formula Renault, era il 2016, ero in pole e il mio manager ha ricevuto una chiamata da Helmut Marko. Sono andato al paddock della F1, sulla chiatta della Red Bull, sono entrato, l’ho incontrato e ho avuto una piccola conversazione”.

“Voleva solo sapere qualcosa di me e farmi qualche domanda. Ero in una buona posizione con quello che stavo facendo e anche il mio manager si occupava di molte conversazioni e cose del genere”.


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“Forse c’è stato qualcosa, ma alla fine non sono entrato in Red Bull e ho continuato la mia carriera e la situazione in cui mi trovavo all’epoca, ovvero fare bene in Formula Renault, vincere, essere un ragazzo libero, non essere coinvolto nella famiglia Red Bull… Una volta che sei dentro, hai una libertà limitata per quello che puoi fare”.

“Il mio manager sapeva che per me la cosa migliore era stare per conto mio e non essere con la Red Bull o con un’altra squadra in quel momento. Avevo ancora la possibilità di passare alla F3 e alla F2 e di farlo prima di scegliere di entrare in una scuderia di Formula 1”.

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