Liam Lawson tornerà a correre in Formula 1 nel GP di Austin, ma Christian Horner glielo aveva promesso già dodici mesi fa.
Una promessa mantenuta
Uno dei grandi temi in vista del GP degli Stati Uniti, diciannovesimo round di una stagione fin qui tiratissima nonostante l’ampio margine che Max Verstappen può ancora vantare nei confronti di Lando Norris, è sicuramente il ritorno di Liam Lawson in Formula 1.
Dopo le voci circa il possibile allontanamento di Sergio Perez in estate, alla fine è stato Daniel Ricciardo l’ennesima vittima del sistema Red Bull, che, come ampiamente noto, non fa sconti a nessuno, nemmeno a uno dei piloti più vincenti nella storia del team di Milton Keynes.
A sostituire l’australiano sarà proprio Lawson, che avrà modo quindi di prendere parte a un Gran Premio dopo dodici mesi ”parcheggiato” ai box, ma questa volta nelle vesti di pilota ufficiale, in attesa di capire chi affiancherà Verstappen in Red Bull nel 2025.
Seppur ufficializzato il tutto appena due settimane fa, il neozelandese ha rivelato di essere già stato messo al corrente da Christian Horner nel 2023, con il team principal che gli aveva garantito uno dei quattro sedili dopo aver ”restituito” l’AT04 a Ricciardo dopo il GP del Qatar.
“L’idea che io potessi tornare in macchina è una cosa che Christian mi aveva detto un anno fa”, ha affermato il 22enne di Hasting al podcast di F1 Nation, condotto da Tom Clarkson e Damon Hill.
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“Quando sono sceso dalla macchina, è stata una delle cose che mi ha detto: ‘Ti do la mia parola. Ti farò sedere su un sedile l’anno prossimo”.
“Quindi ho sempre saputo che l’intenzione fosse quella e che se ne era parlato. Ma, come sapete, la Formula 1 è una montagna russa e ogni fine settimana le cose cambiano. Un minuto prima sembra tutto molto buono, poi non lo è più, e tutto dipende da come vanno gli altri”.
“È un po’ orribile, a dire il vero, perché sei seduto lì e ti chiedi quali siano le tue possibilità di guidare. Dipende interamente da come stanno andando i piloti che stanno guidando”.
“Non vuoi che la caduta di qualcuno sia la tua via d’accesso, ma per poter guidare io, qualcuno deve andarsene, ovviamente”.
Tuttavia, Lawson ha ammesso di aver appreso della decisione legata al licenziamento di Ricciardo solo alla vigilia del GP di Singapore: ”Non è stato un: ‘tra 12 mesi farai a cambio con questo pilota’. Era più un: ‘tra 12 mesi ti daremo un sedile, ma non sappiamo ancora dove’”.
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