Mark Webber ripone dei dubbi sul fatto che Ayao Komatsu possa essere la figura giusta per guidare l’inserimento di Oliver Bearman in Haas.
Dubbi su Komatsu
Subentrato a sorpresa al posto di Gunther Steiner a inizio 2024, Ayao Komatsu, ha dimostrato di avere le spalle abbastanza larghe da reggere la pressione in ruolo delicato come quello del team principal, traghettando la squadra a uno splendido settimo posto nel campionato costruttori che vale oro per le ambizioni e le finanze della scuderia statunitense.
Il tecnico giapponese, che nelle ultime otto stagioni ha ricoperto l’incarico di trackside engineering director alla corte di Gene Haas, ha saputo riorganizzare in pochi mesi un team che, fino alla vigilia del GP del Bahrain, era indicata da tutti come la cenerentola del campionato, vedendo gli scarsi risultati della passata stagione.
Gran parte del merito è da attribuire ovviamente a Nico Hulkenberg, con il tedesco che, dopo essere tornato in Formula 1 nel 2023, sta mettendo in mostra una competitività e una costanza di rendimento impressionante, al punto da convincere i vertici di Audi a puntare forte su di lui in vista del debutto della casa dei quattro cerchi nel 2026.
Molto deludente fin qui invece la stagione di Kevin Magnussen, che ha raccolto solamente un quarto dei punti del compagno di squadra, e che lascerà nuovamente la classe regina ad Abu Dhabi per far spazio a uno scalpitante Oliver Bearman, che a sua volta avrà modo finalmente di debuttare in Formula 1 come pilota ufficiale.
Il pilota britannico ha già dimostrato grandi cose quest’anno, approfittando dell’operazione di appendicite di Carlos Sainz a Jeddah e del race ban del danese a Baku per conquistare i primi punti della carriera su due vetture differenti.
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Tuttavia, nonostante i risultati stiano finora premiando Komatsu, Mark Webber ripone dei dubbi sul fatto che il giapponese possegga le giuste doti di leadership per guidare l’inserimento di Bearman in Haas in una Formula 1 così competitiva ed esigente.
”Non mi piace quella squadra”, ha esordito l’australiano al podcast Formula For Success, condotto da Eddie Jordan e David Coulthard.
“Come se si trattasse di un Eddie Jordan, Andrea Stella, queste persone, anche Christian Horner e Toto Wolff, sono dei racers. Ne hai bisogno. La leadership, quando si sta perdendo la verginità in Formula 1, è un ruolo molto importante per quanto riguarda la gestione del team”.
“Bearman sembra davvero rapido. Ha fatto bene in Arabia Saudita con la Ferrari. Ma i giovani, lo vediamo, non sono una scuola di specializzazione. Se tolgono la maschera d’ossigeno in cima all’Everest, vedremo come andranno”.
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